La banca digitale europea sta studiando l’emissione dell’euro digitale, tutt’altra storia rispetto a bitcoin e simili.
Il presidente della banca centrale europea Christine Lagarde ha descritto come “incoraggianti” in questi giorni i risultati raggiunti dopo il confronto con i cittadini e i professionisti in materia di progettazione del nuovo possibile euro digitale. Al momento siamo ancora in una fase puramente esplorativa, che si sta avvalendo di numerose analisi e test sperimentali, in ogni caso la moneta studiata non avrà nulla a che fare con le criptovalute del genere bitcoin o altre simili.
Il presidente dell’ Eurogruppo Pascal Donohue ha dato il suo pieno sostegno all’operazione, tanto che in un comunicato diramato dalla Banca Centrale Europea si legge che “l’ euro digitale potrebbe essere essenziale per preservare la nostra sovranità digitale e monetaria e potrebbe supportare il ruolo internazionale della divisa comune europea”: è quanto affermano congiuntamente il ministro delle finanze della Francia Bruno Le Maire e il suo omologo tedesco Olaf Scholz, che attualmente ricopre pure la carica di vice-Cancelliere.
La realizzazione dell’euro digitale, tuttavia, dovrà sottostare all’accettazione degli altri stati membri dell’Unione Europea, dunque per l’Italia ci sarà ancora un po’ di tempo da aspettare prima che la nuova moneta possa veramente vedere la luce.
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Il progetto dell’euro digitale passato al vaglio dalla Banca centrale europea al momento per l’Italia è solo una possibilità, come ribadisce il membro del comitato esecutivo Fabio Panetta, tuttavia il piano è molto solido e risponde all’esigenza di adottare contromisure nette all’affermarsi sul piano internazionale di valute digitali come Bitcoin ed Ethereum, il cui movimento finanziario in forte sviluppo sembra rappresentare una minaccia per l’economia piuttosto che un’ulteriore possibilità.
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L’Italia vorrebbe ritagliarsi una sorta di nicchia autonoma, in modo tale che l’espansione delle criptovalute non assorba completamente il mercato dell’area euro. Per ora la sperimentazione sta aprendo prospettive molto interessanti, e la Bce si è data due anni di tempo per risolvere le principali questioni che ruotano attorno a problematiche di progettazione e redistribuzione prima che la valuta possa essere disponibile per tutti i cittadini. Se ne riparlerà nel 2023.
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