La Nasa mostra le nuove incredibili foto scattate dal drone Ingenuity durante le sue missioni di volo sopra il suolo del Pianeta Rosso.
Il Mars Helicopter Scout è arrivato sul quarto pianeta del Sistema Solare con la missione Nasa Mars 2020, partita il 30 luglio 2020 con all’interno il rover Perseverance e atterrata lo scorso 18 febbraio. La missione, di carattere scientifico, comprende anche questo dimostratore tecnologico, utile per capire se è possibile per il futuro immaginare una ricognizione aerea più estesa di Marte. Tra le curiosità c’è quella di essere dotato della CPU di uno smartphone, per l’esattezza dello Snapdragon 801, sfruttato da un SO Linux.
Il suo peso complessivo è di 1,8 kg sulla Terra, 0,68 sul Pianeta Rosso, dotato di minore massa. Per farlo volare nell’atmosfera marziana è stato scelto un sistema a due eliche coassiale controrotanti. Viene alimentato da una batteria al litio che si ricarica con celle solari, mentre la sua autonomia è di 90 secondi per sol, il giorno marziano.
Le spettacolari foto del drone Ingenuity su Marte
Il drone Ingenuity ha infatti completato il suo nono volo perfettamente, senza alcun problema. La sperimentazione sta continuando oltre il progetto previsto e l’occasione ha consentito di scattare alcune foto veramente spettacolari.
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Il piccolo drone ha completato un viaggio di 625 metri, battendo il record precedente, alzandosi fino a 10 metri di altezza e spostandosi ad una velocità di 5 metri al secondo, per un totale di 166,4″ di viaggio. Il JPL ha pianificato questo volo per studiare il percorso che dovrebbe poi percorrere il rover Perseverance ed anticipa le missioni del futuro, con droni e rover sempre più sofisticati ed autonomi, in grado di effettuare un lavoro di squadra per aumentare il raggio dell’esplorazione.
Un ulteriore vantaggio del drone è di avere immagini aeree ad un risoluzione maggiore rispetto a quelle scattate dal satellite Mars Reconnaissance Orbiter. Proprio l’analisi delle foto ha confermato l’estrema eterogeneità della superficie. Alcune fratture tra le rocce fanno ipotizzare che nei tempi passati ci sia stata acqua. Per questo il rover effettuerà il prelievo di alcuni campioni che poi analizzerà, spedendo i risultati alla Nasa.
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Uno degli obiettivi è quello di rinvenire eventuali batteri fossili, in grado di confermare come Marte, nelle ere passate, è riuscito ad ospitare qualche forma di vita primaria.