Un algoritmo ha deciso un licenziamento. La notizia sembra incredibile ma è verificata e non è tutto: i responsabili umani non possono farci nulla.
Sembra una storia presa da un romanzo distopico o dal film “Brazil” di Terry Gilliam, ma la realtà attuale supera la fantasia più sfrenata di scrittori e registi. In realtà oggi molte aziende, soprattutto di dimensioni enormi, si affidano a software molto evoluti, anche intelligenze artificiali, che gestiscono in maniera assolutamente autonoma decisioni sul “capitale” umano.
Si tratta del mondo del “digital management“, dove l’automazione, anche per quanto riguarda attività non sequenziali o automatiche, ha preso il sopravvento anche su lato decisionale. Il sistema sembra funzionare, soprattutto in realtà enormi, come ad esempio capita in Cina, dove il numero di impiegati delle società più forti è fuori dalla nostra scala di comprensione.
Naturalmente un software non raggiunge la sensibilità umana, almeno per ora e così capita di ricevere ordini dal proprio “capo automatizzato“, per completare dei compiti anche in orari fuori da quelli standard, oppure di avere delle scadenza fisicamente impossibili da mantenere. Questo accade perché un programma, per quanto evoluto, ragiona solo in termini di ottimizzazione del compito. Sta accadendo, per esempio, che ordini di questo genere, ovviamente non evasi, provocano una riduzione degli stipendi fino al 30%.
Questo significa essere in balia completa di una macchina, una realtà che presto dovremo affrontare anche nei paesi europei, con tutti gli errori e le storture che ne possono conseguire.
Può capitare – ed è proprio accaduto – che non portare a termine un compito impossibile causa non solo la riduzione dello stipendio, ma anche il licenziamento, sempre telematicamente comunicato dall’IA.
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La cosa inquietante è che i dirigenti responsabili spiegano di non poterci fare nulla. A fronte di forti lamentele di alcuni ingegneri, la risposta è stata che è vero, il sistema contiene errori e genera problemi, ma questi non potevano essere corretti e quindi i dipendenti non hanno altra scelta se non portare a termine i lavori assegnati, anche se questo richiede lavorare di notte, sette giorni su sette e più di 12 ore al giorno.
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Non sono affatto eccezioni: secondo il settimana “L’Espresso“, il report presentato da IResearch indica che il giro d’affari del Digital Management è salito a 2 miliardi di dollari nel 2020 ed è destinato a crescere ancora: un algoritmo deciderà tutta la nostra vita.
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