La casa smart è una delle nuove passioni degli italiani. Ecco una guida su come trasformare la tua abitazione in un luogo connesso e comandare tutto dal tuo smartphone (o con la voce).
L’analisi arriva da una ricerca effettuata da Netatmo, azienda mondiale leader negli strumenti smart per l’abitazione. I dati più recenti del resto confermano questo trend, con ben il 64% degli italiani compresi nella fascia d’età tra i 25 e i 55 anni che hanno già collegato, in qualche modo, il luogo in cui vivono.
Ma cosa intendiamo con casa smart? Qualsiasi tipo di interazione attiva tra gli oggetti della casa e l’esterno, capaci di comunicare, ricevere ordini e possibilmente muoversi autonomamente verso l’esterno. Per ora questo trend è principalmente maschile con il 69% di entusiasti, contro il 59% femminile. Non ci sono poi grandi differenze tra nord e sud visto che proprio meridione spicca con l’interesse verso questa novità tecnologica.
Casa smart, gli strumenti tecnologici più di moda
Ma cosa chiedono di più gli italiani? Lo strumenti praticamente presente ovunque è l’altoparlante smart, acquistato da 6 concittadini su 10. Dietro alla nostra cassa bluetooth e connessa ci sono i prodotti collegati alla luce, come lampadine e prese (40%), seguiti dai sistemi di sicurezza della casa, come allarmi evoluti e telecamere.
In forte crescita, sempre secondo l’analisi, sono gli strumenti per monitorare e migliorare la qualità dell’aria, anche se questi vengono scelti da una fascia d’età molto bassa, tra i 25 e i 34 anni. Dopo la pandemia poi, in tanti vogliono spazi all’aperto ben curati e soprattutto connessi e questo è confermato dalla vendita dei prodotti smart per giardinaggio, in crescita al 24%.
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Un ulteriore dato che emerge è quello del controllo del riscaldamento a distanza, o comunque dal nostro smartphone. In questo caso il dato percentuale varia in funzione della latitudine, con un 39% al nord-ovest e centro, 34% nel nord est e il 31% tra sud e isole.
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C’è però ancora un limite che disincentiva l’ulteriore crescita. Il 36% degli intervistati non è convinta che questo progresso tecnologico sia necessaria, mentre il 40% pensa che sia ancora troppo costoso. C’è poi una fetta, sostanziale, che teme per l’invasione della sua privacy. Parliamo del 25% totale, un parte non piccola e timorosa di eventuali attacchi hacker.