Tre fasi e uno switch. La prima parte della rivoluzione del Digitale Terrestre si è snodata fra i Mux, ovvero più canali televisivi, radiofonici o di dati, che vengono diffusi insieme sulla medesima banda.
Con la delibera Agcom 129/19/Cons si è deciso per il dimezzamento dei MUX a disposizione degli operatori nazionali televisivi, dovuto al fatto che col DVB-T2 sarà possibile trasmettere sempre più canali, occupando le stesse frequenze, dalle 20 del DVB-T1 alle 10 del DVB-T2. La prima fase della rivoluzione del Digitale Terrestre è scivolata via senza particolari pensieri: bastava una risintonizzazione per capire il cambiamento.
A inizio settembre, però, il Digitale Terrestre entra in una fase molto più importante. C’è il passaggio dall’MPEG-2 all’MPEG-4, effettuato contemporaneamente in tutto lo Stivale. Il nuovo piano nazionale di assegnazione delle frequenze dividerà l’Italia in quattro aree: 1° settembre 2021 – 31 dicembre 2021: saranno coinvolte Area 2 (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia tranne la provincia di Mantova, provincia di Piacenza, provincia di Trento, provincia di Bolzano); Area 3 (Veneto, provincia di Mantova, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna tranne la provincia di Piacenza).
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1° gennaio 2022 – 31 marzo 2022 Area 1 (Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Sardegna). 1° aprile – 20 giugno 2022: sarà coinvolta Area 4 (Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata; Abruzzo, Molise, Marche).
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Secondo le stime sono poco meno di 20 milioni di famiglie che hanno in casa una TV con standard DVB-T, per un totale di 35 milioni di apparecchi. Di questi, 13,3 milioni non supportano nemmeno la codifica MPEG-4 e dovranno essere adeguati già a settembre 2021.
A giugno è previsto il passaggio all’ormai famigerato DVB-T2. Per chi ha comprato un tv (o decoder) dal 2017 in poi, la rivoluzione del Digitale Terrestre passerà completamente inosservata, perché non deve fare praticamente nulla. Discorso diverso per coloro che hanno un tv (o decoder) ante 2017. Bisognerà cambiarlo per forza, magari con gli incentivi governativi, quel Bonus TV che rappresenta un’agevolazione (50 euro) per l’acquisto di un TV o di un decoder DVB-T2: lo possono richiedere i nuclei familiari con ISEE non superiore a 20.000 euro. Nel periodo 1° settembre 2021 – 31 dicembre 2021 sarà rilasciata tutta la rete a livello nazionale sul CH 30 e nella regione Marche sul CH 37 e le frequenze del multiplex contenente l’informazione regionale del concessionario del servizio pubblico.
Prima di comprare un tv (o decoder), meglio fare una semplicissima prova, sfruttando i canali test di RAI (il 100), o Mediaset (il 200). Se in uno di questo due canali si visualizza una schermata statica con la scritta blu “Test HEVC Main10“ significa che il proprio televisore riceverà il nuovo segnale tv anche dopo che il passaggio al DVB T2 sarà completato. Altrimenti sì che bisognerà cambiare per guardare la tivù.
A giugno, presumibilmente e al netto delle altre due fasi senza problemi, il definitivo passaggio al DVB-T2, con codifica H. 265 HEVC, fino a prova contraria entro il 30 giugno 2022. Una data che rappresenterà la fine di un’era. E l’inizio di un’altra maniera di concepire la tv.
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