Social, fenomeni inarrestabili. La precocità degli smartphone preoccupa

Lockdown e pandemia da Coronavirus hanno elevato all’ennesima potenza un dato statistico che era nell’aria. I social pullulano di adolescenti, sempre più componente essenziale della vita quotidiano. I numeri figli di un’indagine di Laboratorio Adolescenza, una associazione libera, apolitica e aconfessionale, senza fini di lucro che ha come obiettivo quello di promuovere e diffondere lo studio e la ricerca sugli adolescenti, sotto il profilo sociale, psicologico, medico e pedagogico, fanno riflettere.

Telegram (Adobe Stock)
Telegram (Adobe Stock)

L’indagine di quest’anno mette in evidenza significativi cambiamenti, nel bene e nel male, nei comportamenti degli adolescenti, ma anche nella loro visione strategica riguardo il futuro. Sarà importante capire se l’effetto Covid sarà superato come una spiacevole parentesi o lascerà il segno in una generazione che, sia pure non dal punto di vista sanitario, ha subito moltissimo le privazioni sociali imposte dalla pandemia”. E’ il prologo di Maurizio Tucci, Presidente di Laboratorio Adolescenza, al report sui giovani e i social, un’inchiesta condotta su un campione di oltre 10.500 studenti tra i 13 e i 19 anni.

La pandemia ha ulteriormente allargato l’utilizzo dei social. Numeri che fanno riflettere

Social media (Adobe Stock)
Social media (Adobe Stock)

Nell’anno del Coronavirus l’80% degli adolescenti ha utilizzato i social, tra questi il 45% lo ha fatto con una frequenza superiore rispetto al passato. Sempre secondo i dati raccolti dall’IARD, il 76,5% dei nostri ragazzi non spegne il cellulare neanche di notte. Il fenomeno che appare più insidioso, relativamente all’uso di telefonini e social, è un sempre maggiore utilizzo precoce.

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L’overdose di social non sembra però aver incrementato i fenomeni di cyberbullsmo. Se il 74% sostiene che su questo fronte nulla è cambiato, né in meglio né in peggio, per un 6,4% che parla di episodi aumentati all’interno delle proprie frequentazioni amicali c’è un 17% che segnala una diminuzione.

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La precocizzazione degli smartphone è sempre più evidente. Nel 2019 aveva il cellulare a meno di 11 anni il 60,4% degli adolescenti (era il 40,9% nel 2016), la percentuale è salita al 78,1%. Discorso analogo per l’utilizzo di social da parte degli under 11: 20,5% nel 2016; 34,5% nel 2019; 41,8 nel 2021. E il confronto con le risposte date dagli studenti delle scuole superiori (vedi tabella) dimostra quanto un fenomeno di recente pericolosità.

E tra i social più trendy il famigerato TikTok è passato in un anno da un utilizzo da parte del 28,7% del campione (indagine 2020) al 65% (indagine 2021), con le ragazze che arrivano al 73,8%. Facebook continua la sua inesorabile discesa tra i “teen” (ormai lo utilizza meno del 15%), stabile Instagram (90% di utilizzo), cresce Pinterest, che passa dal 25 al 42%, ma con una utenza prevalentemente femminile e più adulta (59% delle femmine prevalentemente delle scuole superiori). Whatsapp conferma il suo utilizzo universale andando oltre il 98%.

Un fenomeno, quello dei social impossibile da arrestare. “Almeno dovremmo cercare di gestirlo insegnando a ragazze e ragazzi quantomeno a riconoscere e limitare i rischi. Non è semplice anche perché la velocità con cui i nuovi social, con caratteristiche potenzialità e attrattività sempre crescente, entrano ed escono dalla vita degli adolescenti è molto maggiore rispetto alla capacità degli adulti anche solo di capire di cosa si sta parlando”. Parola di Maurizio Tucci. Ma non solo.

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