Uno studio mostra un’inquietante correlazione tra dipendenza da videogame e depressione, sociofobia e tendenze autodistruttive. Quali sono i sintomi da monitorare.
Giocare sì, ma responsabilmente e senza rimetterci la salute. Come in ogni caso della vita, anche nella passione per i videogiochi l’eccesso può portare conseguenze molto pesanti sotto il profilo psicologico, relazionale e a quanto pare anche fisico. Una verità ancora più evidente se in ballo ci sono i giovani, che per forza di cose sono tra i gamers più esposti al cosiddetto Internet Gaming Disorder, ovvero una dipendenza morbosa dai videogiochi.
Oltre al buon senso, ci sono anche diverse ricerche scientifiche che consigliano di tenersi alla larga dalla dipendenza da videogame. L’ultima in ordine cronologico è firmata da Maurice Ohayon e Laura Roberts, ordinari del Dipartimento di Psichiatria e Scienze Comportamentali dell’Università di Stanford. L’indagine epidemiologica apparirà nel numero di agosto 2021 della rivista Psychiatry Research ed è intitolato “Internet gaming disorder and comorbidities among campus-dwelling U.S. university students”. I dati raccolti dallo studio sono a dir poco allarmanti.
L’articolo dei docenti del prestigioso ateneo prende in esame le interviste realizzate durante gli anni accademici 2007 e 2015 con due gruppi di giovani residenti presso un’università statunitense rigorosamente anonima. Del primo campione fanno parte 1871 studenti dei corsi di laurea, mentre il secondo è composto da 1113 studenti post laurea. Al 5,3% degli intervistati è stato diagnosticato l’Internet Gaming Disorder, secondo un criterio che associa un certo tempo di esposizione ai videogiochi, 15 ore o più alla settimana, ad almeno un sintomo psicologico correlato al disturbo.
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Il gruppo di “positivi” è stato poi paragonato al resto del campione. L’analisi ha evidenziato problemi assai preoccupanti nei ragazzi affetti da dipendenza da videogiochi: maggiore occorrenza di pensieri suicidi (il 16,9% rispetto al 6,6% dei “sani”), un più alto numero di tentati suidici (9,7% contro 3,3%), casi di depressione (9,7% contro tre individui su cento) e di sociofobia (24.8% vs 8,5%). Un’analisi più a largo spettro ha invece messo in luce cattivo sonno, affaticamento fisico, disordine bipolare, mancanza di rapporti di amicizia profondi, depressione, sociofobia e uno stato di salute complessivamente insoddisfacente.
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Ma quali sono i sintomi che ci possono far capire che abbiamo un problema? Quelli considerati da Ohayon e Roberts sono la necessità di nascondere la pratica del gioco, il pensare in modo persistente alle proprie prestazioni (passate e future) davanti allo schermo, scarsa igiene del sonno, problemi della produttività diurna, sociofobia, incapacità di stare lontani dal gaming, perdita di interesse per ogni altra attività, amicizie e divertimenti inclusi. Tutti indici di pericolo da monitorare con attenzione sin da quando si comincia a giocare, visto che la Internet Gaming Addiction può maturare sin da prima dell’adolescenza, sebbene sia più solito che questa dipendenza prenda piede subdolamente nel corso di anni.
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