Serpeggia sempre di più fra la comunità scientifica la convinzione che il coronavirus sia letteralmente fuggito da un laboratorio di Wuhan. Dopo le numerose “insinuazioni” delle ultime settimane, l’ultimo a paventare tale ipotesi è Derrick Rossi, microbiologo fondatore della multinazionale Moderna che produce l’omonimo vaccino anti covid.
Parlando nelle scorse ore con i microfoni del quotidiano El Comercio, lo scienziato canadese ha confessato: “Non abbiamo prove in alcun modo, ma questo virus è così diverso da quello dei pipistrelli che mi sembra improbabile che sia naturale. È un dato di fatto che un laboratorio a Wuhan ci stava lavorando e sono convinto che sia uscito da lì, che gli sia sfuggito. Non credo sia stato deliberato, lo stavano solo studiando e c’è stato un incidente. La Cina lo smentisce, ovviamente, ma è la spiegazione che ritengo più logica”. Una teoria caldeggiata anche da altri luminari del mondo occidentale, nel contempo, “bannata” sempre dalla Cina che ha invece rimandato al mittente ogni accusa negli ultimi 16 mesi, da quando cioè il mondo è caduto nella morsa del covid.
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Derrick Rossi ha parlanto anche con i microfoni dell’agenzia spagnola Efe, e nell’occasione il 55enne microbiologo, ex professore della prestigiosa università di Harvard, si è soffermato sui vaccini mRNA scoperti dieci anni fa: “Ma se me lo avesse chiesto 10 anni fa, la vaccinazione contro una pandemia globale così mortale non sarebbe stata il primo uso che mi sarebbe venuto in mente. Ad essere onesti – ha aggiunto – quando ho lanciato Moderna nel 2010 credevo nel potenziale terapeutico dell’mRNA. Ho sempre creduto sinceramente che sarebbe diventato un nuovo paradigma terapeutico e che avrebbe cambiato in meglio la salute umana in contesti di malattia molto diversi”.
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Mai e poi mai Derrick Rossi avrebbe immaginato che la sua scoperta sarebbe stata utilizzata per sconfiggere una pandemia mondiale: “Avrei mai immaginato che la prima grande applicazione globale sarebbe stata una pandemia? No. Non l’avevo previsto. Ma se avessi usato la mia immaginazione avrei dovuto prevederlo perché la vaccinazione è l’applicazione perfetta per l’mRNA”. Il 55enne canadese ha storto anche un po’ il naso di fronte alle iniziali reticenze del mondo politico nei confronti degli scienziati: “Sono rimasto inorridito nel vedere all’inizio della pandemia che un partito politico era contro la scienza e un altro partito era favorevole – confida – e vedere come per molti agenti politici gli scienziati non fossero reali o sinceri e che la Scienza non fosse reale. Era totalmente folle perché è l’opposto di ciò che è la scienza. Gli scienziati – ha concluso – sono ricercatori della verità”.
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