Dall’anticipazione all’ufficialità. Il governo degli Stati Uniti non ha ancora nessuna spiegazione per tutte le decine di fenomeni aerei non identificati, riportati in quasi due decenni e indagati da una task force del Pentagono. La avevano anticipato i media, soprattutto il New York Times, che l’atteso report non avrebbe dato grandi notizie sugli UFO, o UAP. Così è stato.
Secondo il Pentagono, un totale di 143 rapporti raccolti dal 2004 rimangono inspiegabili. Così il documento fornito dall’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale (ODNI), in risposta al provvedimento richiesto dal Senato degli Stati Uniti.
UFO e UAP, le due conclusioni principali del rapporto dell’intelligence Usa
Sui 143 rapporti, 21 segnalazioni di fenomeni sconosciuti che coinvolgono 18 episodi, dimostrano forse capacità tecnologiche sconosciute agli Stati Uniti: oggetti che si muovono senza propulsione osservabile o con una rapida accelerazione che si ritiene essere al di là delle capacità di Russia, Cina o altre nazioni terrestri. Ma, afferma il rapporto, è necessaria un’analisi più rigorosa di quegli episodi.
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Ci sono però alcuni interessanti spunti di riflessione che lasciano aperti diversi spiragli, anche quello del fenomeno non identificato, sia aereo che volante. “La quantità limitata di rapporti di alta qualità su fenomeni aerei non identificati ostacola la nostra capacità di trarre conclusioni definitive sulla natura o l’intento degli UAP“. In un numero limitato di incidenti, secondo quanto riferito, l’UAP ha mostrato caratteristiche di volo insolite. Queste osservazioni potrebbero essere il risultato di errori del sensore o percezione errata dell’osservatore e richiedono un’analisi rigorosa aggiuntiva.
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Nel report si parla di UAP (Unidentified Aerial Phenomena) ossia avvistamenti reali e di natura sconosciuta, da non confondere con UFO (Unidentified Flying Object) ovvero oggetto volante non identificato, con cui si indica genericamente ogni fenomeno aereo le cui cause non possano facilmente o immediatamente essere individuate da un osservatore.
Le due conclusioni principali del rapporto dell’intelligence Usa confermano che non c’è prova della presenza aliena, ma non si esclude l’attività aliena stessa, lasciando di fatto la porta aperta a nuove teorie sugli extraterrestri.
Comunque, gli oggetti osservati dai militari statunitensi non sono frutto della tecnologia USA. Nel documento definitivo ci sono ulteriori dettagli, ma non tali da alterare la sostanza del rapporto. I funzionari a conoscenza del contenuto, comunque concordano su un fatto: l’ambiguità dei fenomeni rilevati costringe il governo a non escludere che i piloti militari che li hanno osservati possano essere entrati in contatto visivo con oggetti non terrestri.
Sebbene i dati siano troppo limitati per un’analisi dettagliata, il report afferma che molti degli avvistamenti sono stati effettuati nei pressi di campi di addestramento e nelle aree di test statunitensi, e ciò potrebbe essere collegato a un’errata interpretazione dei dati o molto probabilmente a glitch derivanti dall’uso di strumentazioni di ultima generazione, che spesso vengono testate durante eventi simili. L’errore strumentale e l’errata interpretazione sono ancora in prima linea tra le cause presunte.
Risale al 2007 l’inizio del programma “Advanced Aerospace Threat Identification Program”. Il programma venne chiuso nel 2012, quando si esaurirono i finanziamenti, e poi rilanciato nel 2017, con un nuovo nome, Unidentified Aerial Phenomena Task Force.