Con l’arrivo del Green Pass si sta diffondendo la moda di pubblicare l’avvenuta certificazione con tanto di QR code ricevuto. Nel mondo dell’immagine e dell’apparire, tutti vogliono comunicare di essere stati vaccinati, mandando anche un messaggio come dire: “Di me ti puoi fidare in quanto a covid”.
Peccato però che mostrare il Green Pass, e soprattutto, il QR Code a noi associato, assolutamente personale, rappresenta un grave errore, ed ora vi spieghiamo il perchè. E’ il Garante della Privacy ha sottolineare come mai bisogna evitare questa moda del “selfie green”: “Quel QR-code è una miniera di dati personali invisibili a occhio nudo ma leggibili da chiunque avesse voglia di farsi i fatti nostri – viene spiegato – chi siamo, se e quando ci siamo vaccinati, quante dosi abbiamo fatto, il tipo di vaccino, se abbiamo avuto il Covid e quando, se abbiamo fatto un tampone, quando e il suo esito e tanto di più”. Pubblicando il codice univoco si rischia quindi di sparpagliare in giro tutta una serie di dati personali e sanitari che qualche malintenzionato potrebbe decidere di utilizzare, e chissà quanti l’han già fatto.
GREEN PASS E QR CODE, “VIETATO” ESIBIRLO SUI SOCIAL: “DATI SENSIBILI ALLA PORTATA DI TUTTI”
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Quindi il Garante sottolinea che il QR Code “deve essere esclusivamente esibito alle forze dell’ordine e a chi è autorizzato dalla legge a chiedercelo per l’esercizio delle attività per le quali la legge ne prevede l’esibizione e deve essere letto esclusivamente attraverso l’apposita APP di Governo che garantisce che il verificatore veda solo se abbiamo o non abbiamo il green pass e non anche tutte le altre informazioni e, soprattutto, non conservi nulla”. Probabilmente il cosiddetto utente medio, che non sa come funzionano questi tipi di codici, è convinto che non vedendosi alcun dato, ma solamente delle forme geometriche, non si è in grado di carpire informazioni sensibili, ma in realtà non è così perchè basta infatti un lettore di QR Code o comunque avvicinare la macchina fotografica del nostro smartphone per mostrare tutto ciò che si nasconde al suo interno.
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Ricordiamo che il Green Pass, il passaporto vaccinale italiano, viene “consegnato” in tre diverse occasioni. La prima, a nostro avviso la più importante, quella della vaccinazione anti covid: vi basterà la prima dose per ottenere il Pass, ma dovranno essere passati almeno 15 giorni. La seconda opzione è quella di aver fatto un tampone, risultato ovviamente negativo, nelle 48 ore precedenti l’esibizione dello stesso passaporto. Ciò può essere utile ad esempio per chi deve recarsi ad un matrimonio oppure, alla riapertura delle discoteche previste il prossimo mese. Infine, l’ultima condizione per ottenere il Green Pass, è quella di essere guariti dal covid non più tardi di sei mesi fa, quindi alla fine di dicembre, con tanto di certificato che lo attesti.