Si chiama Fugaku, un pc fuori dal comune, over the top, in fase di sviluppo da parte di un team dell’Università di Tokyo, che sta guidando il progetto di ricerca per utilizzarlo con il fine di simulare massicci calcoli sulle interazioni molecolari per identificare i composti utilizzabili per combattere le infezioni da Covid-19. Questo supercomputer, considerato da alcuni il più potente del mondo, ha per il momento stabilito un altro record di prestazioni, avvicinando sempre più il settore dell’elaborazione ad alte prestazioni (HPC) al limite dell’esascala.
Secondo l’ultima classifica semestrale Top500, Fugaku ha esteso il suo vantaggio ai vertici con un margine modesto, con un nuovo picco di prestazioni di 442 petaFLOPS secondo il benchmark High Performance Linpack (HPL) (rispetto ai 416 petaFLOPS di giugno). La macchina avrebbe anche migliorato le sue prestazioni nel carico di lavoro HPC-AI di precisione mista, aumentando il suo punteggio di oltre un terzo e raggiungendo 2.0 exaFLOPS. In questo contesto, nessun altro supercomputer è ancora riuscito a superare un punteggio di riferimento di 1.0 exaFLOPS in qualsiasi livello di precisione.
Sviluppato congiuntamente da Fujitsu e dal RIKEN Institute, Fugaku viene utilizzato anche per “chiarificare il meccanismo molecolare con cui vengono inibite le infezioni da Covid-19“, un passaggio che potrebbe aiutare a ottimizzare la struttura molecolare di nuovi farmaci, migliorandone così l’efficacia.
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I miglioramenti sarebbero stati il prodotto da un aumento di circa 330.000 core della capacità della CPU Fujitsu A64FX basata su Arm di Fugaku, portando il totale a 7.630.848 core: più del triplo del secondo supercomputer attualmente prodotto, l’IBM Summit.
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Nel complesso, l’ultima versione della classifica Top500 rimane sostanzialmente invariata. A differenza delle precedenti iterazioni, non sono stati fatti grandi passi avanti in termini di vantaggio complessivo, potenza aggregata o nuovi ingressi.
Si dice che l’elenco completo abbia registrato il minor numero di nuovi entranti da quando è stato composto per la prima volta nel 1993. Di conseguenza, la soglia di ingresso è aumentata solo di un piccolo margine da giugno – da 1,23 a 1,32 petaFLOPS. Allo stesso modo, le prestazioni aggregate di tutte le 500 macchine sono cresciute solo leggermente da 2,22 a 2,43 exaFLOPS, mentre la concorrenza media per sistema è rimasta praticamente invariata. Ci sono state, tuttavia, due nuove aggiunte alla top ten: il JUWELS Booster Module alla posizione sette e Dammam-7 al numero dieci.
Il primo è basato su CPU AMD EPYC e GPU Nvidia A100 ed è stato realizzato dalla società di servizi IT Atos; raggiungendo 44,1 HPL petaFLOPS, il sistema più potente con sede in Europa.
Dammam-7, invece, si trova in Arabia Saudita e rappresenta solo il secondo modello nella top ten ad essere utilizzato in un contesto commerciale. Si basa su processori Intel Gold Xeon e GPU Nvidia Tesla V100 e raggiunge 2,24 petaFLOPS dal benchmark HPL.
Fugaku è anche in cima alle classifiche nel calcolo intensivo in Graph 500, HPL-AI e HPCH; un’impresa mai raggiunta prima nel mondo dei calcolatori ad alte prestazioni (HPC).
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