Fatta la legge trovato l’inganno: attenzione a non abboccare

Stavolta nel mirino sono finiti i green pass: in rete si moltiplicano i tentativi di falso digitale.

Green pass
Green pass digitale: in rete si moltiplicano i tentativi di phishing (by Adobestock)

Anche in tempi di pandemia l’Italia non si smentisce mai, e come da tradizione nelle ultime ore si stanno moltiplicando online i tentativi di truffa. D’altronde c’era da aspettarselo: dopo l’approvazione del decreto ministeriale che mette nero su bianco le modalità di rilascio, con l’introduzione del green pass covid fissata al primo luglio qualcuno ha già fiutato il possibile business.

Il green pass, lo ricordiamo, consentirà di muoversi liberamente nei 27 paesi dell’unione europea: bisognerà mostrarlo al personale addetto ai controlli sanitari onde garantire di essere in possesso di determinati requisiti. Il QR Code testimonierà dell’avvenuta vaccinazione, ma anche del necessario esito negativo del tampone o dell’eventuale guarigione dal contagio.

La certificazione scatta in automatico subito dopo aver effettuato la prima dose (nel caso di vaccino monodose dovranno esser passati i quindici giorni da protocollo) ma anche dopo aver contratto il Covid ed esserne guariti, oppure dopo essere risultati negativi a un tampone molecolare o rapido effettuato nelle 48 ore immediatamente precedenti o dopo aver portato a termine il ciclo vaccinale. In tutti questi casi è gratuito, e la Commissione europea si assume il compito di garantire che i pass emessi in uno stato possano essere agevolmente “timbrati” in ognuno dei paesi dell’unione.

Allarme frodi in Italia: ecco perché raddoppiare l’attenzione

Esca
Qualcuno sta provando a gettare l’esca: attenzione (by Adobestock)

In Italia per la certificazione, sia online che cartacea, bisognerà fare riferimento alle disposizioni del ministero della salute. Il problema è che contestualmente al green pass si sono attivati i professionisti del phishing: non è una novità, ma non trattandosi nello specifico di volantinaggio su prodotti tecnologici o beni di consumo giocare con la salute delle persone potrebbe risultare assai pericoloso.

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La diffusione di app fisiche o pensate per il web implica che vengano creati dei “cloni” non legalmente autorizzati: questa l’ossatura del phishing, che oggi si basa su piattaforme digitali non molto dissimili dal classico “sconosciuto alla porta” osservato con timore dagli anziani allo spioncino. Nel caso del green pass il campanello viene suonato da un messaggio su Whatsapp o su Telegram, con l’invito a “scaricare il certificato verde che ti permette di muoverti in tutta l’Italia senza mascherina”.

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L’obbligo di mascherina in realtà decadrà soltanto dal 28 giugno, se ci caschiamo ci ritroveremo col credito del cellulare probabilmente azzerato e magari una serie di loghi e suonerie commerciali installate sullo screen a nostra insaputa. In tal caso bisognerà rivolgersi ai gestori, per quanto riguarda il green pass originale invece la faccenda è ben più seria e occorrerà tenere sempre a mente che è reperibile esclusivamente dalle App Io, App Immuni, sul sito DGC.Gov, presso i medici e le farmacie.

 

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