E’ stato preceduto da una lunghissima scia luminosa: presto la sua distanza dal Sole dovrebbe diminuire drasticamente.
Nuovi avvistamenti strani in cielo dopo quelli dei giorni scorsi, ma la lunghissima scia luminosa stavolta non lascia adito a dubbi: si tratta di una cometa, e anche bella grande visto che il suo diametro, seppur ancora non misurato con assoluta precisione, è sicuramente non inferiore ai cento chilometri (qualcuno presagisce che possa arrivare addirittura fino ai 370). Insomma, qualcosa che per estensione si può tranquillamente paragonare più ad un pianeta nano che ad una vera e propria stella.
Il corpo celeste ha appena fatto irruzione nel nostro sistema solare, e già si calcola che entro dieci anni, nel 2031, si posizionerà alla propria distanza minima dal Sole, e cioè ad appena 10,9 unità astronomiche. Ribattezzato “2014 UN271”, attualmente invece è lontano ancora 20,2 UA ed è classificato come oggetto transnettuniano proveniente dalla nube di Oort, che a sua volta è una nube sferica che racchiude un complesso di comete tutte poste ad una distanza che va dalle venti mila alle cento mila unità astronomiche dal Sole.
Come si sposta il nuovo corpo celeste all’interno del nostro sistema solare: ecco sin dove arriverà
Dalla nube di Oort (che è stata chiamata così in onore dello scienziato olandese Jan Oort che per primo ne ipotizzò l’esistenza, anche se in realtà non è mai stata osservata nei dettagli perché ritenuta troppo lontana ed inaccessibile persino ai moderni telescopi) il viaggio è stato senz’altro molto lungo, ma tra qualche anno come detto la cometa raggiungerà il suo perielio (si parla di gennaio 2031).
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Secondo le ultime rilevazioni, oggi 2014 UN271 è ancor più vicina al Sole di quanto non lo sia Nettuno, ma alla fatidica data del 2031 dovrebbe “limitare” la distanza a soli 1,6 miliardi di chilometri, traducibili pressappoco in 10,9 unità astronomiche. Una cifra astronomica per l’appunto, se si considera che la Terra per convenzione dista dal Sole “soltanto” 1 unità (o 149 milioni di chilometri), ma sarà l’occasione buona per gli studiosi ancora ignari di conoscere qualcosa in più riguardo la nube di Oort.
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Il mistero al riguardo pende ancora molto fitto, visto che dalla data della sua “scoperta” nel 1950 un suo corpo non aveva ancora mai raggiunto un punto così vicino a noi: sono in tanti a considerare Oort ancora oggi un modello puramente teorico, rimasto intatto proprio perché a quelle latitudini celesti non viene sottoposto praticamente mai alle radiazioni solari.