Svolta nelle indagini sull’assassinio di Caroline Crouch: il colpevole incastrato da un oggetto insolito.
Incredibile epilogo nelle indagini sull’assassinio di Caroline Crouch, la donna greca trovata morta strangolata in casa. La vicenda sta tenendo da circa un mese un’intera nazione col fiato sospeso e milioni di telespettatori ellenici incollati alla TV. Adesso è arrivata la svolta: dove non nulla hanno potuto sinora le investigazioni adesso sembra essere arrivata la tecnologia. Una svista decisiva degna dei migliori casi irrisolti da Settimana Enigmistica, o un’imperdonabile leggerezza, che dir si voglia.
Caroline #Crouch strangolata in casa: il marito confessa, incastrato dalla tecnologia.https://t.co/ghlB8ugUfZ
— Il Giorno (@qn_giorno) June 18, 2021
Ma facciamo un po’ di ordine nei fatti di cronaca: la ragazza, di appena venti anni e già madre di una bambina, sarebbe stata soffocata martedì 11 maggio nel corso di un violento alterco col giovane neo-marito Babis Anagnostopoulos, che nella vita lavora come istruttore di volo e pilota di elicotteri. A seguito della lite Caroline Crouch avrebbe minacciato non solo di mollare l’uomo ma anche di portare con sé la figlioletta Lydia. Questo il movente dell’omicidio che da settimane sta praticamente monopolizzando le attenzioni del Paese. Adesso però è arrivata la confessione.
Chi ha incastrato Babis Anagnostopoulos: l’assassinio che tiene la Grecia col fiato sospeso
“Voleva andarsene”, questo tutto ciò che ha saputo dire l’uomo al momento dell’arresto, ma come si è arrivarti a questo punto? Per alcuni giorni l’uomo aveva tentato goffamente di depistare le indagini e far cadere i sospetti su di lui, dichiarando che il brutale omicidio della moglie era la tragica conseguenza di una rapina finita male. Si era parlato di tre topi d’appartamento che, colti sul fatto da Anagnostopoulos, lo avevano prima immobilizzato per impedire che chiamasse la polizia, poi avevano strangolato la moglie cercando di frenarne le richieste d’aiuto.
La versione fornita da Babis però non ha mai convinto del tutto gli investigatori, soprattutto perché dopo i primi sopralluoghi nell’abitazione ateniese della coppia, che viveva nella zona balneare di Glyka Nera, la scena del crimine sembrava raccontare una verità diversa. Non sono state rilevate in nessun punto della casa, ad esempio, impronte digitali di estranei, o tracce di Dna che potessero far pensare ad una colluttazione o condurre in alcun modo ad un’ intromissione “esterna” ai due.
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In mancanza di telecamere a circuito chiuso (la memory card era stata misteriosamente rimossa) o altre testimonianze significative ecco però che è sbucato fuori il più impensabile degli indizi hi-tech: lo smart watch di Caroline Crouch, che indossato al polso dalla ragazza ne ha rilevato praticamente ogni dato biometrico. Dal battito cardiaco si è scoperto in primis che era ancora viva ad un orario in cui Anagnostopoulos dichiarava fosse già morta: da qui la polizia si è spinta ancora più a fondo, scoprendo poi che il marito si aggirava liberamente in casa nel momento in cui “inventava” di essere stato legato.
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Masso alle strette l’uomo ha confessato tutto dopo un interrogatorio durato circa otto ore. “Quel giorno abbiamo litigato” ha ammesso. “Poi ha cominciato a spintonarmi ed aggredirmi intimandomi di andare via, così l’ho dovuta uccidere e mi è venuta in mente la messa in scena della rapina”. Dalle testimonianze social delle loro conversazioni pare che i rapporti tra i due fossero tesi da parecchio tempo, adesso però la vicenda si è chiusa. Nel peggiore dei modi.