La sfida è stata lanciata qualche tempo fa da una startup, adesso si appresta a fare irruzione sul mercato.
Una startup della Nuova Zelanda alcuni mesi fa aveva avuto un’intuizione geniale, di quelle che se attuate sono destinate a lasciare il segno e rivoluzionare il settore di pertinenza. Difficilissima la realizzazione, quasi fantascientifica, ma adesso sono stati fatti enormi passi avanti e quello che pareva un sogno è diventato realtà: se fosse ancora vivo oggi pure Nikola Tesla probabilmente starebbe brindando, dato che già a fine Ottocento fu tra gli scienziati pionieri nel teorizzare la possibilità di trasmettere energia elettrica senza bisogno di tralicci, cavi ed altre strutture ingombranti.
In altre parole l’elettricità wireless “si può”, ed è anche piuttosto semplice da mettere in pratica: basta solo che i ripetitori siano posizionati in modo da potersi “sentire” l’un l’altro, anche a distanza di migliaia di chilometri, ed ecco che il reciproco scambio di corrente può prendere forma senza bisogno di fili. Ci sta lavorando Emrod, startup neozelandese con sede a Auckland che prova a trarre anche dei benefici commerciali dall’applicazione, in campo energetico, di tecnologie testate sinora in ambito militare, meccanico, aerospaziale o di altro tipo.
I vantaggi di questo nuovo metodo sono tanti, primo fra tutti l’abolizione di lunghissime bobine di rame, pericolose ed inquinanti, in favore di antenne e ripetitori. Emrod, in accordo con il governo neozelandese ed il secondo più grande distributore di energia elettrica nazionale Powerco sta mettendo mano al prototipo, da testare in un’ area chiusa adibita alla sperimentazione. Ricalca a grandi linee quanto l’impavido Nikola Tesla aveva abbozzato a Colorado Spring nel 1899, quando si era cimentato nella prima vera struttura di corrente “wireless” montando un oscillatore in quello che chiamò in seguito “granaio-torre”.
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Si trattava di un granaio con una torre di legno, dalla quale si innalzava un’asta in metallo lunga più di 40 metri sulla cui cima era stata apposta una sfera di rame. Non andò a buon fine visto che la dinamo si incendiò lasciando al buio tutta Colorado Spring, oggi però i tempi son cambiati ed Emrod e Powerco sono convinti di poter smistare energia usando dei semplici ripetitori di linea con un sistema di antenne e rectenne (ossia antenne speciali capaci di convertire le microonde captate in corrente elettrica).
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L’energia elettrica wireless erogata utilizzerebbe microonde fasci a banda ISM di pochi kilowatt, anche se per ora non è chiaro l’intervallo di frequenza in GHz. Dovesse funzionare potrebbe essere un’ottima soluzione per le interruzioni elettriche improvvise, ad esempio i veicoli potrebbero portarsi delle rectenne in dotazione e “legarsi” per la ricarica ai ripetitori, che a loro volta dovrebbero essere in grado di sopportare ogni emergenza atmosferica con costi peraltro non eccessivi.
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