Qualcuno ne è già sicuro ed afferma che stravolgerà il settore medico, quello aerospaziale, la meccanica e molto altro.
Clamorosa scoperta a Sidney, di quelle destinate a far rumore. Un team di scienziati e ricercatori ha creato nei laboratori dell’ università australiana del New South Wales un nuovo incredibile materiale praticamente impassibile alle temperature. E’ stato sottoposto difatti a sbalzi termici molto ampi dimostrandosi pressoché invulnerabile, prima “surgelato” a -269 gradi centigradi, poi surriscaldato sino ai 1126.
La sua reazione agli sbalzi (da quasi 1400 gradi) ha lasciato tutti a bocca aperta, tanto che si ipotizza già che possa essere il materiale in assoluto più stabile di sempre, capace cioè di non contrarsi, sciogliersi o espandersi ma mantenere inalterate le proprietà chimiche, salvo qualche piccolissimo scambio (del tutto naturale) nella posizione degli atomi di ossigeno e nella loro rotazione, nelle disposizioni isomeriche o nei legami interni che permettono di assorbire il contraccolpo.
A cosa servirà il nuovo materiale e le sue possibili applicazioni
Sconvolgente davvero, se si pensa l’enorme potenziale di un mix del genere fatto di scandio, alluminio, ossigeno e tungsteno e i campi d’azione in cui potrebbe essere impiegato: si va dagli strumenti di precisione all’ingegneria aerospaziale, dalla chimica agli impianti medici a qualunque altro ambito in cui entri in gioco una variazione palpabile delle temperature e la conseguente necessità di stabilità strutturale.
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I test sono stati effettuati con tre strumenti diversi (tra cui un diffrattometro “Echidna” per polveri ad alta risoluzione), quindi i risultati sono stati pubblicati sulla rivista accademica statunitense “Chemistry of Materials”. La prospettiva più interessante è che il nuovo materiale potrà essere prodotto su larga scala data la sintesi piuttosto semplice degli “ingredienti” fondamentali e la loro reperibilità.
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Dovrebbe andare a sostituire lo scandio, più raro e non troppo economico, anche se verranno prima effettuati altri esami dato che non è ancora chiaro quali siano i veri fattori a favorire la cosiddetta espansione termica zero, se la lunghezza dei legami o piuttosto lo spostamento degli atomi di ossigeno. Ad ogni modo, spiegano i ricercatori coinvolti nella sperimentazione, “siamo ancora in fase embrionale e molto distanti da qualunque possibile applicazione reale”, ma la base di partenza è molto solida ed è proprio da scoperte inattese come questa che spesso la scienza ha saputo dare il meglio di sé, allargando la singola invenzione agli usi più impensati.