Di sicuro ne abbiam già sprecato troppo. Da oggi a Roma un’ installazione apposita ci aiuterà a fare meglio i calcoli.
Sei anni e sette mesi, o almeno così dice l’orologio climatico. Cosa significa? Che abbiamo già sprecato sin troppo tempo, e adesso ne rimane davvero poco da perdere. Se vogliamo evitare un disastro con conseguenze irreversibili sull’ambiente bisogna agire subito: per questo motivo in via Cristoforo Colombo, a Roma, venerdì 4 giugno è stato inaugurato il primo Climate Clock italiano, un’installazione digitale artistica di sensibilità green che indicherà, col passare dei secondi, quanto manca alla salvezza del Pianeta.
Countdown alla mano, nel momento in cui vi riferiamo la notizia mancano “6 anni, 210 giorni, 15 ore, 59 minuti, 24 secondi“, mentre la lifeline della Terra (ossia la percentuale di energia derivante da fonti rinnovabili)oscilla tra il 12,31 e il 12,33 % ma si spera che quanto prima raggiunga il 100%. Questi dati sono in continuo aggiornamento e verificabili “in diretta” sul sito del progetto, che si pone come obiettivo quello di sensibilizzare i cittadini sulle conseguenze nefaste procurate all’ambiente dai loro interventi artificiosi ed errati in modo che chiunque possa sentirsi protagonista attivo del cambiamento.
Invertire la rotta è ancora possibile ma bisogna affrettarsi per “bloccare” l’aumento delle temperature ad un massimo di 1,5° gradi. Basta correggere una serie di comportamenti sciagurati, in questo ci darà una mano da oggi il Climate Clock, che è il primo per quanto riguarda l’Italia e si somma a quelli già in uso a New York e Glasgow, con i quali la nostra clessidra coopera in stretta interazione.
Inaugurato venerdì 4 giugno, il Climate Clock romano di via Cristoforo Colombo fa da apripista alla Giornata mondiale dell’ambiente, che quest’anno si tiene il 5 giugno in concomitanza con il Decennio delle Nazioni Unite per il ripristino dell’Ecosistema. Era presente il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, dato che l’orologio è stato posizionato in un’arteria affollatissima giusto di fronte alla sede del MITE.
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I calcoli in evidenza sul display sono effettuati dagli ingegneri del Mercator Research Institute on Global Commons and Climate Change, ma non mancano informazioni utili di altro tipo. Come accade per il Climate Clock piazzato in Union Square a Manhattan, infatti, anche il nostro orologio alterna dati di interesse scientifico ad aforismi celebri (in tutto sono sei) su arte e natura.
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Tra questi si possono possono apprezzare “Non abbiamo più tempo per essere pessimisti” di Lester R. Brown, “La CO2 è come il sale, indispensabile alla nostra vita, ma velenosa se in eccesso” del chimico James Lovelock, oppure “Il futuro ci giudicherà soprattutto per quello che potevamo fare e non abbiamo fatto” del regista italiano Ermanno Olmi o ancora “La Terra non è un’eredità ricevuta dai nostri Padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli” tratta da un antico proverbio amerindio. Il net carbon zero dovrebbe arrivare nel 2050, ma gli obiettivi vanno rincorsi sin da subito visto che già durante la lettura di questo articolo il tempo è passato via inesorabile e il countdown iniziale rischia di sfuggirci di mano. Non ci credete? Provate a dare un’altra occhiata adesso. Tic toc tic toc…
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