Trump non trova pace. Abbandona la pagina personale a nemmeno un mese dall’apertura e annuncia l’approdo su un social network. Tutti gli indizi portano a Parler.
Il blog personale di Donald Trump chiude definitivamente i battenti. Una notizia come minimo inaspettata, visto che la pagina “From the desk of Donald Trump” era stata inaugurata lo scorso 5 maggio. In teoria, sarebbe dovuta servire all’ex presidente degli Stati Uniti d’America a connettersi con i propri fan, che avrebbero potuto condividerne i post sui propri social network.
All’atto pratico, dunque, il blog doveva essere utilizzato come mezzo per aggirare i ban dei social collezionati dal vulcanico tycoon durante e soprattutto dopo l’ultima campagna elettorale, che lo ha visto soccombere e gridare contro la vittoria del rivale Joe Biden, accusato di brogli mai provati. Denunce campate in aria che secondo le istituzioni avrebbero fomentato il clima di odio razziale e sociale culminato nell’assalto al Parlamento da parte delle frange della destra radicale che sostengono l’ex inquilino dello Studio Ovale.
In corrispondenza con il tristissimo episodio, i suoi account personali sono stati bloccati a uno a uno: da Facebook a Instagram, passando per Snapchat e quel Twitter che durante il mandato Mr. President usava come megafono privilegiato per comunicare con la sua base elettorale. Staremo a vedere cosa accadrà ora. Trump sta già da tempo sbandierando la ferma intenzione di riprendersi la Casa Bianca nel 2024 e sembra difficile che possa farlo senza utilizzare un presidio pubblico sulla rete.
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Ad annunciare la chiusura del “diario” politico online è stato l’assistente Jason Miller, consulente per la comunicazione del multi miliardario conservatore. “Era una piattaforma funzionale a una strategia più ampia che stiamo sviluppando – ha raccontato alla CNBC – e non la rimetteremo online”. Nessun dettaglio su cosa ci sia dietro alla mossa: “Spero di darvi presto notizie, ma per ora la nostra agenda è in via di definizione”.
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Ma Miller si è comunque lasciato scappare un particolare non da poco. Tramite il proprio account Twitter, il collaboratore ha ammesso che la decisione di chiudere “From the desk of” prelude all’approdo sulla piattaforma di un social network: “Restate sintonizzati!”. Considerato che l’ostracismo di Facebook e compagnia è tutt’ora in corso, il pensiero non può che andare al redivivo Parler, media di forte ispirazione conservatrice che impugna i proclami sulla libertà di espressione per ospitare le voci della destra e del suprematismo bianco americano. Potrebbe essere quello il nuovo trampolino di lancio social di un irriducibile Donald Trump.
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