Sostituirà il vecchio protocollo TCP rendendo la navigazione in rete più sicura ed affidabile.
Dopo otto anni di rodaggio finalmente ci siamo: il nuovo protocollo di comunicazione QuickUDPInternetConnection, semplicemente abbreviato in Google QUIC, si appresta a diventare il nuovo standard ufficiale per chi naviga nel web. Sostituirà il vecchio Transmission Control Protocol, o TCP, che si avvia al pensionamento dopo quasi cinquant’anni di onorata carriera.
TCP è un protocollo di rete a pacchetto di livello di trasporto che aveva mosso i primi passi nel lontano 1974 con lo scopo di rendere affidabile il passaggio dati da mittente a destinatario. Adesso però che Internet è diventato un fenomeno globale Internet Engineering Task Force (o IETF) ha deciso di mandarlo in soffitta con un annuncio sul suo sito ufficiale, dove il più moderno e funzionale Google QUIC viene nominato protocollo principe per la comunità informatica poiché in grado di offrire a chiunque connessioni più stabili e veloci. I browser ed i provider lo stanno sperimentando già da un po’, e dopo gli ultimi test sembra essere ormai chiaro che il nuovo standard ha raggiunto livelli massimi di efficienza ed il suo esordio non può più essere rimandato.
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Ad oggi i tre protocolli cardine incaricati di verificare la ripartizione dei dati informatici in pacchetti e il loro invio da mittente a destinatario sono proprio QUIC, TCP e UDP (User Datagram Protocol, quest’ultimo utilizzato di solito in combinazione con il protocollo di livello di rete IP). Per scendere nei dettagli, se da un lato il TCP è più lento dell’UDP dall’altro ha una più avanzata capacità di recupero per quanto riguarda i pacchetti perduti.
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Adesso QUIC, che in origine era stato presentato già otto anni fa come estensione di Chrome, fruisce di una packet loss ancor più avanzata rispetto a TCP, che dovrebbe garantire il pieno recupero di quei pacchetti andati perduti durante la trasmissione in tempi sostanzialmente ridotti (si parla dell’8% da desktop e 4% da mobile), con significativi miglioramenti anche nel buffering della piattaforma Youtube e nelle connessioni criptate. Nell’attesa di capire se funzionerà, diamogli il giusto tempo di “ambientamento” nella nostra realtà quotidiana, dopo di che il caricamento dei siti difatti avverrà in maniera pressoché istantanea grazie agli accessi DSL mentre con HTTP Secure si dovrebbe rinnovare una polizza perfetta sulla privacy degli utenti.
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