Avanti, a passo spedito, con i miglioramenti sulla banda larga dell’Italia. Il Comitato interministeriale per la transizione digitale ha approvato Strategia italiana per la Banda Ultralarga, un piano governativo che definisce le azioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi di trasformazione digitale indicati dalla Commissione europea nel 2016 e rilanciati nel 2021: la connettività per un mercato unico digitale europeo, le modalità per conseguire la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030.
La Strategia italiana per la Banda Ultralarga nasce per il raggiungimento di obiettivi che si poggiano su quattro pilastri: le competenze digitali, la digitalizzazione dei servizi pubblici, la trasformazione digitale delle imprese e, soprattutto la realizzazione di infrastrutture digitali sicure e sostenibili, affinché tutte le famiglie dell’UE possano beneficiare di una connettività Gigabit entro il 2030, con copertura totale delle reti 5G in tutte le zone abitate.
Strategia italiana per la Banda Ultralarga, sette interventi per centrare gli obiettivi prefissati
Il placet della Commissione interministeriale alla Strategia italiana per la Banda Ultralarga si basa su sette interventi: aree bianche, voucher, Italia ad 1 Giga, Italia 5G, Scuole Connesse, Sanità Connessa ed Isole Minori.
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Il piano nazionale di ripresa e resilienza italiano destina il 27% delle risorse alla transizione digitale, di cui 6,7 miliardi di euro per progetti che costituiscono lo sviluppo completo della banda ultralarga. L’investimento sarà accompagnato da un percorso di semplificazione dei processi autorizzativi per velocizzare la diffusione delle infrastrutture sul territorio e da aggiornamenti della normativa che riconoscano le infrastrutture ad altissima velocità fisse e mobili come strategiche.
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Incentivi sugli investimenti delle impresa, sostegno alla domanda da parte degli utenti sono delle prerogative inscindibili per raggiungere la copertura dell’intero territorio nazionale con la connettività a 1 Gbit/s entro il 2026.
Uno degli ostacoli che, si spera, la Strategia italiana per la Banda Ultralarga possa superare, è la carenza di abbonamenti emersa chiaramente dall’indice DESI 2020: seppur in crescita, siamo in forte ritardo rispetto alla media europea (26%). Da qui la necessità di un piano che velocizzi il processo di un degno sviluppo di una banda ultralarga al passo con gli altri paesi dell’Unione.
Strategia italiana per la Banda Ultralarga punta soprattutto sui settori di scuole e sanità: connettività in fibra ottica a 1 Gbps e, più in generale, completamento dell’intervento pubblico già avviato, includendo i restanti 900 edifici di connettività fino a 1 Gbps e assistenza tecnica, connettività fino a 1 Gbps in circa 12.280 strutture, per la seconda, per un costo complessivo di 501 milioni di euro.
Attualmente sono stati avviati i lavori in 3.282 comuni FTTH, dei quali ne sono stati completati 1.572. Per 1.051 comuni e le relative 1.014.000 unità immobiliari si è anche concluso positivamente il collaudo. Sono inoltre stati completati 1.704 siti FWA. Il governo fa sapere che risultano disponibili per la commercializzazione: servizi FTTH in circa 1,2 milioni di unità immobiliari (sul totale di circa 6,2 milioni di unità immobiliari FTTH) afferenti a 1.160 comuni (sul totale di 6.234 comuni FTTH), servizi FWA in circa 937 mila unità immobiliari (sul totale di circa 2,2 milioni di unità immobiliari FWA) afferenti a circa 900 comuni (sul totale di 1.182 comuni solo FWA). Ma non basta, bisogna spingere sui pedali.