Il rover, giunto oramai al suo decimo anno sul pianeta rosso, ha catturato delle immagini davvero insolite.
Nelle ultime ore stanno destando enorme curiosità le fotografie scattate su Marte da Curiosity, e non solo per uno scontato giochino di parole. Il rover, dopo esser stato inviato dalla NASA alla volta cratere Gale nel novembre 2011, era arrivato a destinazione quasi otto mesi dopo, nel lontano agosto del 2012. Giunto ormai al suo decimo anno di militanza e di ininterrotta attività di perlustrazione del pianeta rosso, negli scorsi giorni Curiosity ha fatto parlare di sé per alcune suggestive immagini catturate tra i cieli marziani, che sono subito finite sotto la lente di ingrandimento degli scienziati preposti alla missione.
Già un paio di anni fa erano state notate delle insolite formazioni di nubi, fenomeno di per sé molto raro da queste parti secondo la NASA dato che a causa dell’atmosfera rarefatta e la scarsa umidità le giornate “grigie” sarebbero davvero poche. In ogni caso, quand’anche ciò dovesse avvenire le nubi tenderebbero ad accumularsi nella parte bassa del pianeta, ossia verso l’Equatore, ad un’altezza non superiore ai 60 chilometri e nel periodo di temperature più fredde.
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Attualmente invece Curiosity è impegnato nei pressi del Mont Mercou, ed ha raccolto delle immagini differenti che raccontano di una realtà cangiante, per tempistiche e modalità. Composizione ed altitudine dei nuovi agglomerati gassosi infatti tradiscono evidenti anomalie: i rilevamenti di due anni fa raccontavano di piccoli cristalli di ghiaccio, mentre i campioni raccolti adesso, durante la campagna dati 19-31 marzo, hanno ripreso delle nuvole iridescenti formatesi prima del tempo e a un’altitudine parecchio superiore rispetto ai consueti 60 chilometri, dunque molto più fredde.
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Tutto lascia ipotizzare che invece che di acqua siano fatte di ghiaccio secco, vale a dire anidride carbonica. Le fotografie sono state scattate sia da Mastcam che da Navcam, le due principali fotocamere in dotazione di Curiosity che permettono scatti in bianco e nero oppure con una maggior risoluzione a colori. Ci sono pure delle interessanti analogie con le “nostre” nuvole, che come quelle di Marte tendono ad apparire più brillanti al tramonto, ed è stato proprio questo decisivo salto di tonalità a far capire agli studiosi come col passare del tempo alcune dinamiche si stiano profondamente modificando.
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