Vietato ban a politici e giornali da parte dei social: lo dice il Bill 7072 appena approvato da Ron DeSantis, governatore della Florida e fedelissimo di Trump.
È legge quello che negli Stati Uniti è già stato definito come il “ban sui ban”, il divieto sui divieti. Il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha infatti approvato il Bill 7072, che proibisce ai social media di bannare i profili di uomini politici o di penalizzarne i contenuti. Per la precisione, la norma protegge i candidati alle istituzioni e le testate giornalistiche: chiunque sarà dunque libero di esprimere il proprio pensiero senza essere attaccabile dalla piattaforma utilizzata. Anche quando il libero pensiero è improntato al cosiddetto hate speech o veicola notizie e teorie false.
La decisione è valida a livello statale ed è presto per dire se si tratta di un precedente che avrà influenza sul piano federale, e di riflesso su quello mondiale. Ma di sicuro ha già sollevato un polverone sotto il profilo della costituzionalità: è possibile vietare a una piattaforma di comunicazione privata di filtrare i contenuti che presenta? Secondo una larga parte della giurisprudenza, si tratta a sua volta di una censura, di una violazione della libertà di pensiero protetta dal primo emendamento della costituzione USA.
Ban ai politici o ai social? Dove sta la censura
Mega aziende come Facebook, Twitter, Instagram e compagnia cantante, sono entità private e come tali hanno il diritto e la responsabilità di gestire i contenuti che gli utenti caricano sulle loro piattaforme. Se da una parte, infatti, possono essere accusate di assecondare o addirittura favorire post che veicolano notizie false o che sono improntati all’odio, al razzismo e ad ogni genere di discriminazione, dall’altra dovrebbero avere il potere di agire tempestivamente contro tali messaggi ed i loro autori.
Il bill appena approvato in Florida glielo vieta. Nella fattispecie la legge prevede che:
- I social non possono bannare i candidati alle istituzioni statali o penalizzarne i contenuti
- I social non possono bannare i media di certe dimensioni o penalizzarne i contenuti
- I social sono obbligati a politiche di moderazione trasparenti e notificare eventuali provvedimenti agli utenti
- Gli utenti e le istituzioni statali hanno il diritto di denunciare le aziende che violano questa legge. I deteminate circostanze, le multe possono ammontare a 250mila dollari al giorno per tutta la durata della violazione.
DeSantis al fianco di Trump
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Non è un caso che il repubblicano Ron DeSantis sia un fedelissimo di Donald Trump. Fra l’altro, tra i più rampanti. E questo provvedimento sembra un endorsement esplicito della visione dell’ex presidente americano. A inizio anno, Trump è stato cacciato da ogni piattaforma social a causa della sua campagna di diffamazione contro Joe Biden, accusato di aver vinto le elezioni a furia di brogli.
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Irregolarità elettorali mai provate, ma che il vulcanico tycoon ha continuato a sbandierare ai quattro venti. Tornando poi su più miti consigli solo quando la società civile lo ha incolpato di aver ispirato l’assalto a Capitol Hill da parte delle frange della destra più radicale e violenta lo scorso 6 gennaio, giorno in cui il congresso ha ratificato l’elezione di Biden presidente. A febbraio, Trump riuscì grazie al voto del Senato a scampare al secondo impeachment del suo mandato, istruito in base alla gravissima accusa di incitamento all’insurrezione.