È sempre più difficile riuscire a mantenere puliti gli oceani. Una designer slovacca ha progettato una stazione galleggiante che risponderebbe a questa esigenza.
Da molti anni a questa parte, l’unico momento in cui abbiamo visto in nostri mari un po’ più puliti è stato durante il primo grande lockdown da Covid-19. Ma è bastato tornare alla vita di tutti i giorni per inquinarli nuovamente.
Nonostante ci siano tante associazioni a tutela dell’ambiente, riuscire a controllare questo processo è impresa molto ardua. Se consideriamo che il nostro pianeta è ricoperto principalmente da acqua e che gli oceani sono fin troppo profondi, è quasi impossibile tenere la situazione sotto controllo.
In effetti, una soluzione sembra essersi palesata. Grazie ad un progetto ideato dalla designer slovacca Lenka Petrakova, le nostre acque potranno essere ripulite attraverso una stazione galleggiante che raccoglierà i rifiuti negli oceani.
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Oltre ad avere un’eleganza ed un design mozzafiato, questa struttura ha un sistema di depurazione davvero efficace: rimuove i rifiuti e li scompone in materiale riciclabile. Il progetto prende il nome di The 8th Continent (“L’8° Continente”), presentato al “Gran Premio 2020 per l’architettura e l’innovazione del mare” e promosso a pieni voti dalla Fondazione Jacques Rougerie.
Gli oceani oggi non sono solo regioni inquietanti e proibite, ma aree che, nonostante il fatto che potrebbero non aver mai visto un essere umano, risentono degli effetti delle attività umane
Così scrive la Petrakova, riferendosi al progetto. La stazione è stata collocata nella posizione definita Great Pacific Garbage Patch. Un’architettura dinamica che segue tre diversi principi ecologici fondamentali.
L’inquinamento marino da plastica ha avuto un impatto su almeno 267 specie. A livello globale, milioni di tonnellate di rifiuti entrano nell’oceano ogni anno. A causa delle correnti oceaniche, questi rifiuti di plastica vengono raccolti in aree particolari, una di queste è il Great Pacific Garbage Patch
Quello delle fluttuazioni, secondo il quale viene considerato come luogo in cui interagiscono diversi processi culturali e naturali. Quello di stratificazione, grazie al quale l’organizzazione dell’edificio è definita dalle interazioni tra le sue diverse proprietà e livelli. Infine, quello di interdipendenza: massima reciprocità tra le proprietà degli edifici e l’ambiente.
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La struttura ha, dunque, il compito di restituire l’equilibrio all’ambiente marino. Ovviamente, la collaborazione di tutti nel ridurre l’inquinamento potrà soltanto accelerare questo percorso.
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