Gli scienziati di tutto il mondo sono in allerta per il virus H5N8, un’influenza aviaria che potrebbe trasformarsi in pandemia se non controllato.
A lanciare l’allarme, come si legge su IlGiornale.it, sono in particolare due ricercatori cinesi che hanno posto l’attenzione sul problema attraverso un articolo pubblicato su Science, ricordando come i virus dell’influenza aviaria sianola causa di “focolai in tutto il mondo sia nel pollame d’allevamento che negli uccelli selvatici, con massiccia mortalità”. Come fanno sapere i due ricercatori, questi virus “attraversano la barriera delle specie, trasmettendo ai mammiferi, compreso l’uomo. L’Eurasia e l’Africa stanno vivendo una nuova ondata di focolai di H5Ny AIV altamente patogeni. Il potenziale zoonotico degli AIV garantisce un monitoraggio costante e vigile per evitare ulteriori ricadute che potrebbero provocare pandemie disastrose”.
VIRUS H5N8 DELL’INFLUENZA AVIARIA, NUOVA PANDEMIA? I DATI CHE FANNO PREOCCUPARE
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Riflettori puntati sul nuovo virus H5N8 anche da parte dell’AAAS, American Association for the advancement of Science, che ha sottolineato come “l’emergere e la diffusione globale del virus dell’influenza aviaria (AIV) H5N8, un patogeno che ha causato epidemie continue e in corso con un’enorme mortalità negli uccelli selvatici e d’allevamento in tutta l’Eurasia e in Africa durante il 2020, rappresenta una notevole preoccupazione per la salute pubblica, in particolare considerando che i primi casi umani di infezione da H5N8 sono stati segnalati per la prima volta lo scorso dicembre”. Proprio per questo i due ricercatori cinesi consigliano misure rigoroso e un’attenzione altaper evitare “ulteriori ricadute umane che potrebbero provocare nuove e devastanti pandemie”. Come riferisce Repubblica, al momento i casi hanno riguardato più che altro gli uccelli, ma in Russia sette lavoratori di allevamenti di pollame sono risultati positivi proprio al virus H5N8, ed è proprio per questo che l’attenzione è massima, in un momento storico come quello che stiamo vivendo.
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Il rischio di una diffusione globale è comunque dietro l’angolo vista la natura migrante dei volatili: “A causa della migrazione a lunga distanza degli uccelli selvatici – sottolineando e concludono i ricercatori cinesi – dell’innata capacità di riassortimento degli AIV (influenza aviaria, ndr), dell’aumentata capacità di legame del recettore di tipo umano e della costante variazione antigenica degli HPAIV, è imperativo che la diffusione globale e il rischio potenziale degli AIV H5N8 l’allevamento di pollame, la fauna aviaria e la salute pubblica globale non vengano ignorati. Pertanto, la sorveglianza degli HPAIV negli allevamenti di pollame, LPM e uccelli selvatici dovrebbe essere ripristinata al livello precedente alla pandemia Covid-19 o superiore”. Al momento sono stati segnalati casi in Russia, Kazakistan, Danimarca, Germania, Irlanda, Paesi Bassi e Regno Unito, oltre che in Medio Oriente e Asia Orientale.