Su Marte c’è vita. Manca ormai poco alla conferma che di quella che possiamo definire una scoperta di dimensioni bibliche. O meglio… interplanetarie!
Sono ormai diversi gli anni che ci separano dal primo momento in cui l’uomo iniziò a studiare il Pianeta Rosso. Nel corso dei decenni, ci siamo sempre chiesti se il nostro pianeta vicino di casa fosse solo un’infinita distesa di arido terriccio rossastro o ci fosse altro. La NASA potrebbe finalmente avere la risposta al quesito, che si rifà alla domanda fatidica: “Siamo soli nell’universo?“.
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Marte era abitato? Siamo a un passo dal saperlo con certezza
In anni di esplorazione i diversi rover inviati su Marte non hanno saputo dare una risposta certa alla domanda. Vuoi per la tecnologia, vuoi per le difficoltà di comunicazione nonché l’impossibilità di inviare nuovamente campioni di quanto raccolto qui, sulla Terra. Ma a quanto pare i tempi potrebbero essere maturi, ed un team di ricercatori interno alla NASA potrebbe avere scoperto qualcosa di sensazionale.
Parliamo di sali organici, niente marziani con le antenne verdi o fantomatici alieni dagli occhi grandi e neri. Una prova indiretta, come fa sapere la NASA, che il team avrebbe scoperto grazie ad alcuni campioni raccolti dal rover Curiosity, arrivato sul Pianeta Rosso qualche anno fa. Insomma un pugno di molecole a riprova che, un tempo, la vita scorreva rigogliosa su Marte, ma che, almeno per ora, non siamo sicuri da dove provengano con esattezza.
Siamo di fronte a quello che potrebbe essere un momento epocale nella storia dell’uomo, ma a conti fatti è solo ed esclusivamente una pistola fumante. Troppo poco per l’annuncio in pompa magna, ma un piccolo indizio circa quello che tutti vorremmo sentirci dire: non siamo soli. Per correttezza è bene precisare che alcuni processi geologici potrebbero generare molecole organiche, anche in assenza di vita. Ma la direzione è quella, e va tutta nella ricerca di sali organici.
“Se venisse confermata la presenza di sali organici concentrati ovunque su Marte, abbiamo il dovere di indagare ulteriormente e perforare più in profondità. Sotto la superficie, dove la materia organica potrebbe essere conservata“. Con queste parole James MT Lewis del Goodard Space Flight Center della NASA interviene sull’argomento, che lo ha visto coinvolto in prima linea come ricercatore. “Stiamo cercando di rivelare miliardi di anni di chimica organica e potremmo essere a un passo dal premio finale: la prova che una volta esisteva la vita sul Pianeta Rosso“.