Google I/O: arriva Project Starline, la prima video chat in 3D – VIDEO

Google presenta Project Starline all’evento annuale di Mountain View. Ecco come funziona la nuova tecnologia capace di rendere tridimensionale un interlocutore.

Google Project Starline, un momento della conversazione
Google Project Starline, un momento della conversazione (screenshot)

Arriva Project Line, la video chat 3D presentata durante il giorno di apertura di Google I/O, la conferenza annuale degli sviluppatori. Gli sforzi del colosso controllato da Alphabet sono volti a rendere la user experience sempre più realistica e particolareggiata. Pandemia e contatti da remoto sono diventati un binomio, ahinoi, sempre più frequente e le aziende di big tech si stanno adoperando sempre di più per perfezionare le applicazioni di comunicazione a distanza. Vuoi perché funzionali allo smartworking, vuoi perché permettono gran parte delle interazioni sociali.

Il progetto di Google di una video chat tridimensionale è in via di sviluppo da anni e nasce proprio dall’esigenza di portare la comunicazione a distanza a un altro livello, nel quale l’utente ha l’impressione di essere in presenza del suo interlocutore. Per raggiungere l’obiettivo, gli sviluppatori hanno sfruttato un sistema di visione artificiale, ma anche machine learning, audio spaziale e compressione dei dati in tempo reale.

Google Project Starline: come funziona e a che punto è lo sviluppo

Google Project Starline, La conversione in immagine del campo luminoso
La conversione in immagine del campo luminoso (screenshot)

I prototipi di Project Starline sono per ora accessibili solo nei locali di Google, dove si sono svolti i collaudi. La video chat tridimensionale richiede infatti una vera e propria postazione, che consiste di una panchina dove sedersi e uno schermo. L’intero progetto poggia sul concetto di campo luminoso e usa un sistema di telecamere per catturare la diffusione della luce in tutte le direzioni.

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La compressione dei dati in tempo reale e l’audio spaziale “in 3D” dovrebbe permettere ai due interlocutori di sentirsi l’uno in presenza dell’altro, come ha detto lo stesso vicepresidente di Google, Clay Bavor: “L’effetto che intendiamo raggiungere è il più possibile realistico. Vogliamo che durante la chiacchierata si abbia l’impressione che l’altra persona sia proprio di fronte a noi, come se fossimo nello stesso posto“.

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Google ha spiegato che sono state necessarie “migliaia di ore” di test, effettuati presso i laboratori di Mountain View, New York e Seattle. Il prossimo step sarà coinvolgere organizzazioni e società del settore sanitario e della comunicazione, per sottoporre hardware e software a una vera e propria fase beta, sia per perfezionare la cabina in sé che per ottenere un feedback affidabile e consistente circa l’applicazione della tecnologia 3D.

 

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