Il veto doveva durare fino a luglio, ma è stato prolungato a tempo indeterminato dopo le proteste di associazioni ed attivisti.
Le forze di polizia degli Stati Uniti non potranno utilizzare Rekognition fino a data da destinarsi. A darne la notizia è stata l’agenzia di stampa Reuters, secondo la quale Amazon ha prorogato una moratoria entrata in vigore lo scorso giugno 2020 e che nei piani iniziali avrebbe dovuto avere come termine ultimo il prossimo mese di luglio.
Ed invece il potentissimo software biometrico di riconoscimento facciale non potrà essere sfruttato sino a tempo indefinito dai poliziotti a stelle e strisce, viste le numerose proteste degli attivisti civili riguardo l’uso improprio dello strumento. Quello del riconoscimento facciale è da sempre un tema delicato negli U.S.A., data la preoccupazione crescente della popolazione circa una possibile identificazione errata soprattutto della gente di colore. Le misure seguono l’ondata di indignazione che ha scosso il paese dopo la morte di George Floyd avvenuta a Minneapolis lo scorso 25 maggio 2020.
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L’uomo, un buttafuori afroamericano fuori servizio causa lockdown, quella sera si recò a comprare un pacchetto di sigarette con una banconota da 20 dollari ritenuta poi falsa dal commesso, che lo rincorse fuori dal negozio per avere indietro la merce. In seguito intervenne la polizia per un controllo, e durante le concitate fasi di arresto che ne seguirono, come testimonia un video, un agente tenne per circa 8-9 minuti il ginocchio premuto sul collo dell’uomo, causandone il soffocamento.
Il colosso dell’ e-commerce non è l’unica azienda a vietare la distribuzione alle forze di polizia del proprio strumento di riconoscimento facciale. Oltre a Rekognition, difatti, tempo fa ci aveva già pensato Microsoft a sospendere la vendita di un software analogo, mentre Google ha smesso di pubblicizzare il suo ai clienti. Diverso il discorso per quanto riguarda IBM che invece ha optato per il ritiro completo dal business con una netta presa di posizione, vista la mancanza di precise norme federali che ne limitino l’utilizzo indiscriminato.
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In attesa di sviluppi e aggiornamenti governativi in merito, il ban di Amazon ha ricevuto il plauso dell’American Civil Liberties Union, che si batte da sempre per i diritti dei cittadini e non vede di buon occhio strumenti come Rekognition, che ledono la libertà individuale per mezzo di una sorveglianza invadente ai limiti della schedatura di massa. L’iniziativa del gruppo di Seattle ha fatto proseliti in altri sette stati americani, che si stanno già adoperando per una limitazione della tecnologia in nome del buon senso. Per una volta le fredde ragioni di consumo sembrano dunque passare in secondo piano, nel frattempo non resta che accodarsi al coro: chapeau.
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