Si è spento a 76 anni il geniale musicista catanese. Le sue canzoni sono ricche di riferimenti filosofici e termini colti, ma parlano anche di tecnologia e progresso.
Se ne è andato nella notte Franco Battiato. Il maestro della musica italiana, malato da tempo, si è spento nella sua abitazione di Milo, in provincia di Catania, dove si era ritirato ormai da parecchi mesi. Oltre cinquanta anni di carriera ed un panorama stilistico senza confini, per generi e sonorità sperimentate. Ci ha fatto cantare, riflettere, divertire ed emozionare. E soprattutto, bisogna ammetterlo, tramite i suoi testi ha insegnato a ciascuno di noi una miriade di cose, di cui altrimenti forse non saremmo mai venuti a conoscenza. Il suo linguaggio forbito unito ad una straripante urgenza comunicativa stimola di continuo la mente dell’ascoltatore a vagare verso territori impensabili, alcuni ostici e di difficile comprensione ma certamente degni tutti di essere esplorati.
Il momento d’oro arriva nel 1981 con La Voce Del Padrone, primo long-playing a superare il milione di copie vendute nella storia della musica italiana. I brani contenuti nell’album uniscono pop elettronico ed attitudine orchestrale in un modo semplice ma rivoluzionario, ed è proprio da quel momento che la gente comune comincia a mostrare interesse per un personaggio sui generis che fa del sapere enciclopedico il suo DNA. Impossibile stilare un elenco completo dei suoi capolavori, ma si possono tracciare alcune linee guida fondamentali all’interno di una produzione formidabile che stravolge i canoni della nostra canzone. La Voce del Padrone attinge a piene mani da storia, religione, scienza e filosofia per confezionare hits epocali: si va dai gesuiti euclidei vestiti come dei bonzi in “Centro di gravità permanente” ai codici di geometrie esistenziali ne “Gli uccelli”, dallo shivaismo tantrico di “Sentimiento nuevo” alle stoccate politiche di “Bandiera bianca”, che seguono di qualche mese l’invettiva “Up patriots to arms”, contenuta nell’omonimo LP del 1980, o la profetica “L’era del cinghiale bianco” del 1979.
Gli anni ottanta però regalano molto altro, fedeli al motto “l’evoluzione sociale non serve al popolo se non è preceduta da un’ evoluzione di pensiero” (come recita “New frontiers”, contenuta nel successivo L’Arca di Noè del 1982, lo stesso di “L’ esodo” e “Voglio vederti danzare” ). Battiato ha stretto un ispirato sodalizio artistico col violinista Giusto Pio, il musicista Francesco Messina e il produttore Angelo Carrara, ed è un susseguirsi di collaborazioni importanti (Milva, Alice, Giuni Russo e Alberto Radius) e scelte mai banali che spingono ad ampliare le prospettive. Orizzonti perduti del 1983 ha un format più romantico e cantautorale ma comincia a fare i conti con progresso e tecnologia (“La musica è stanca”, “Gente in progresso”), direzione confermata nel 1985 dall’epocale Mondi Lontanissimi che si tuffa pure nella medicina (“mi son comprato un personal computer, ma il cuore soffre un poco di aritmia”, da “Personal Computer”). Da ascoltare anche “Via lattea” e “No time, no space”, orecchiabili solo all’apparenza malgrado mettano in compendio significati criptici e non immediatamente decifrabili.
FORSE TI INTERESSA ANCHE>>> Nasce Dante Global, la piattaforma che rilancia la cultura e la lingua italiana
Dopo alcune opere di stampo neo-classico (Genesi e Come un cammello in una grondaia) o a sfondo più introspettivo-esistenzialista (Fisiognomica nel 1988 lancia la splendida “E ti vengo a cercare” mentre Café de la paix sfodera l’ottima “Lode all’Inviolato”) si giunge di botto agli anni novanta, quando la reiterata partnership col filosofo conterraneo Manlio Sgalambro segna un punto di non ritorno verso una magniloquenza intellettualista per pochi eletti (sia pur con picchi d’alta classifica come la sentimentale “La cura”, che nel 1997 regalerà in assoluto una delle sue canzoni più amate).
LEGGI ANCHE QUI>>> Morto l’inventore dei Post-it: cosa si nasconde dietro al suo successo
Negli anni duemila infine Campi magnetici ed Un soffio al cuore di natura elettrica chiudono il cerchio ripescando dalle istanze minimali ed avanguardiste delle origini: il cammino di Franco Battiato difatti era iniziato con due dischi, Fetus e Pollution, che già nel 1971-1972 si erano addentrati in argomenti futuristici come cariocinesi, manipolazione genetica, ricerca sui cromosomi (“colpa dell’ereditarietà, sarò una cellula, viaggeremo più veloci della luce del sole”) e neuroscienze in generale. Ma la lezione più bella rimarrà sicuramente quella sui sentimenti: non dimenticheremo mai “Summer on a solitary beach”, “Stranizza d’amuri” e “I treni di Tozeur”. Buon viaggio Maestro, e grazie per gli insegnamenti.
Stai facendo il tuo lavoro quotidiano con il Macbook e lo percepisci lento? oppure stai…
Nascoste nei cassetti di molti, ci sono delle reliquie del passato che potrebbero oggi valere…
Contiene link di affiliazione. Chi passa molto tempo al computer, per lavoro o svago, sa…
Quando ci si mette alla ricerca di un computer portatile utile per lavorare, si è…
Contiene link di affiliazione. Se si vuole costruire da zero il proprio PC fisso o…
Contiene link di affiliazione. Per motivi di studio o lavoro siete alla ricerca di un…