Lockdown, Covid-19 e pandemia hanno radicalmente cambiato il modo di vivere del mondo intero. In alcuni casi, perfino, elevato all’ennesima potenza alcuni “vizi”. Come quelli del gioco d’azzardo online.
Nel Regno Unito, il gioco d’azzardo è un’attività comune tra i giovani adulti. Nell’Health Survey for England, il 57% degli uomini e il 54% delle donne hanno riferito di aver giocato d’azzardo nell’ultimo periodo. Nella fascia di età più basse (16-24 anni) il numero si abbassa, restando comunque preoccupante: il 45% negli uomini, il 33% delle donne. Inoltre il 20% degli uomini e il 2% delle donne hanno dichiarato di aver giocato online nell’ultimo periodo.
Covid-19, impennata del gioco d’azzardo online: il report britannico
L’impennata è avvenuta durante il lockdown da Covid-19. In particolare tra i giocatori abituali, che sono risultati particolarmente inclini ad utilizzare più spesso applicazioni di gioco in rete, inclusi poker, bingo e giochi di casinò.
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E’ questo il sunto, ma anche l’allarme, di un report pubblicato sul Journal of Gambling Studies, secondo cui la febbre da gioco d’azzardo sarebbe cresciuta di sei volte tra i giocatori abituali, il doppio fra gli occasionali. L’analisi, condotta da un team di ricerca dell’Università di Bristol, ha valutato le abitudini di gioco nel Regno Unito durante il primo lockdown del 2020, sottoponendo un questionario online a un gruppo di adulti di età media di 28 anni.
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Il lockdown contro il Covid-19 e le pesanti restrizioni del governo britannico sulla pandemia hanno portato un autentico blocco dal 23 marzo fino all’inizio di luglio 2020. Durante questo periodo, molte persone sono state confinate nelle loro case, con ripercussioni inevitabili sulla loro salute fisica, mentale e le relazioni personali.
Durante il lockdown inglese è stato richiesto di chiudere i locali del gioco d’azzardo, ma i biglietti della lotteria nazionale e i “gratta e vinci” potevano ancora essere acquistati negli store (oltre che online) eppure il gioco d’azzardo online ha continuato a proliferare, sebbene le scommesse in-game fossero limitate dalla mancanza di sport dal vivo.
L’Avon Longitudinal Study of Parents and Children (ALSPAC), una coorte di tre generazioni con sede nel sud-ovest dell’Inghilterra è stata in grado di raccogliere dati ripetuti rapidamente durante il lockdown utilizzando un’infrastruttura per la raccolta di dati online (Northstone et al., 2020).
I giovani dell’ALSPAC erano stati precedentemente interrogati sulle loro attività di gioco all’età di 24 anni come parte di un’indagine longitudinale sul gioco d’azzardo nel passaggio dall’adolescenza alla giovane età. Ben il 66% ha riferito di giocare d’azzardo, con un forte pregiudizio maschile nel 17% dei partecipanti, che ammetteva regolarmente il gioco d’azzardo settimanale.
“Le diseguaglianze sono state esacerbate e i gruppi particolarmente vulnerabili sono stati colpiti in modo peggiore durante il lockdown”. Questa la spiegazione di Alan Emond, professore della Facoltà di Medicina dell’Università di Bristol.