Con la tecnologia moderna, è possibile considerare l’idea di un ascensore spaziale per raggiungere altri pianeti, piuttosto che l’utilizzo di navicelle. Viaggiare nello spazio sarà ancora più semplice.
L’ipotesi, avanzata molti anni fa, sembra aver trovato la possibilità di concretizzarsi. Le nuove macchine hanno permesso grandi passi avanti, cosicché un ascensore spaziale non dovrebbe essere tanto lontano dalle capacità degli esperti del settore. Significherebbe abbandonare l’utilizzo del lancio di shuttle per passare all’immagine di un vagone futuristico che trasporta passeggeri fino ad un altro pianeta.
Per intenderci, qualcosa che ricorda la serie manga Galaxy Express 999. Realizzata nel 1977 da Leiji Matsumoto, è stata la prima opera animata ad aver impiantato nella mente di molti giovani la possibilità di raggiungere lo spazio con semplicità. Certo, si trattava di un treno e non di un ascensore, ma la visione non si discosta così tanto.
Invece, la prima idea di ascensore che raggiunge lo spazio fu congetturata da dall’ingegnere russo Konstantin Tsiolkovski nel 1985, suggestionato dalle opere di Jules Verne. Il progetto prevedeva un sistema di cavi con un capo ancorato a Terra e l’altro in orbita geostazionaria, lungo il quale si muovono cabine e carichi.
Adesso, potrebbe non essere solo un’idea.
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Secondo uno studio pubblicato su Acta Astronomica da George Zhu (York University, Canada), sono stati fatti grandi passi avanti a riguardo. Da un punto di vista pratico, l’idea più realistica sembrerebbe versione fluttuante dell’ascensore spaziale. Precisamente, le stazioni di partenza e di arrivo sarebbero posizionate entrambe in orbita attorno alla Terra, o a un altro pianeta, ma su quote differenti.
L’ascensore di Zhu avrebbe due cavi e su di esso si muoverebbero due carichi contemporaneamente, in direzioni opposte. In questo modo, il sistema rimarrebbe in equilibrio grazie all’azione contrapposta delle due forze che agiscono parallelamente tra loro.
Sembra, dunque, che il progetto di Zhu possa risolvere i due principali problemi sorti finora sull’argomento: la torsione del cavo e l’uscita dall’orbita di uno dei due estremi causata dal movimento del carico lungo il cavo stesso.
Il cavo dovrebbe essere lungo migliaia di km, ancorato in un’orbita bassa, relativamente vicino alla Terra. Dopo aver sviluppato la giusta infrastruttura, il primo grande vantaggio sarebbe quello di ridurre il costo dei trasporti spaziali e, in più, fare viaggi molto più brevi.
Resta ancora qualche scoglio da superare: i materiale da utilizzare e la questione detriti. Il primo problema, secondo gli esperti, può essere risolto sfruttando leghe ultra resistenti e leggere già impiegate per i veicoli spaziali. Solo che riuscire a sviluppare un cavo così lungo è davvero un’impresa.
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Quanto al secondo problema, vi è la necessità di proteggere il veicolo da detriti spaziali di vario tipo, come rottami o piccoli asteroidi. Per ora, non c’è ancora una soluzione attuabile.
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