Nel nostro paese il costo degli strumenti hi-tech sta crescendo vertiginosamente, ma c’è una ragione scatenante
Come avranno notato gli e-consumer più agguerriti ma anche gli acquirenti digitali meno esperti, da qualche mese a questa parte il costo dei prodotti tecnologici e degli elettrodomestici di uso quotidiano sta crescendo a dismisura. Il mercato online, preso d’assalto per la sua comodità e la convenienza delle offerte speciali proposte in vetrina, talvolta può rivelarsi una pericolosa arma a doppio taglio se non si conosce perfettamente cosa stiamo comprando.
In aiuto degli utenti però esistono numerosi portali di confronto da consultare in caso di dubbio. Secondo un recente studio di Idealo.it, sito leader nel settore della comparazione prezzi, a partire dallo scorso autunno tablet, smartphone, notebook e televisori stanno facendo segnalare notevoli rincari. Le cause sono molteplici, in primis la pandemia che ha generato una crisi mondiale nelle forniture di semi-conduttori acuendo il dislivello tra domanda e offerta. Questo ha determinato a sua volta, come reazione a catena, una carenza di microchip, minuscoli elementi strutturali presenti praticamente ovunque e indispensabili per il funzionamento di ogni macchinario.
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Quanto durerà e quali sono gli apparecchi elettronici maggiormente colpiti dalla crisi
Sotto la lente d’ingrandimento è finita anzitutto la cara vecchia stampante, dimenticata ormai in soffitta da qualche anno e tornata improvvisamente di attualità per compilare auto-certificazioni ed altre necessità legate a smartworking e didattica a distanza. Ebbene, si tratta dello strumento che ha fatto registrare in assoluto l’aumento medio più alto durante il primo quadrimestre del 2021, con picchi percentuali del 33,1 % in più rispetto allo stesso periodo preso in esame nel 2020 (ovvero un rialzo di quasi 42 euro sul normale prezzo di listino).
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In questa speciale classifica seguono i router (29,2%), i televisori (27,8%), le fotocamere digitali ad obiettivo intercambiabile (14,1%) e gli smartphone (8,1%), mentre i computer portatili si accontentano di un aggravio medio di “solo” (si fa per dire) il 5,8%, ossia circa 56 euro in più. Difficile capire quanto durerà e come arginare il fenomeno, anche perché la crisi dei microchip sembra essere solo agli inizi e si prevede anzi che debba ulteriormente inasprirsi nei prossimi mesi. Qualcuno potrebbe dunque approfittarne per giocare al rialzo, intanto però la speranza è che la qualità dei prodotti cresca in maniera direttamente proporzionale agli odiosi rincari.