La nuova privacy di WhatsApp sarà valida dal 15 maggio ma l’autorità tedesca proibisce a Zuckerberg di tracciare gli utenti tramite la app e ha intenzione di rivolgersi al Comitato Europeo per la Protezione Dati.
Grosso guaio in casa Facebook. Oggetto del contendere è ancora una volta la discussa svolta della politica sulla privacy di WhatsApp. In vigore da sabato prossimo, le nuove regole prevedono che gli utenti condividano i propri dati consumatori con il social network di Zuckerberg, a scopo di marketing. Ma l’autorità tedesca per la Protezione dei Dati e la Libertà di Informazione (HmbBfDI) ha ufficialmente vietato a Facebook di raccogliere i dati dei circa 60 milioni di cittadini tedeschi che usano la app di instant messaging più popolare al mondo.
C’ è dell’altro. Il garante con sede ad Amburgo ha anche annunciato che si rivolgerà al Comitato Europeo per la Protezione dei Dati affinché sulla materia possa essere adottato un provvedimento a livello di Unione Europea. E la Germania non è certo l’unica nazione a guardare con ansia la svolta di WhatsApp. Il Brasile ha appena chiesto che l’entrata in vigore delle nuove regole sia posticipata fino a quando i dubbi riguardo alla sicurezza dei dati e la tutela dei diritti dei consumatori non saranno dissipati.
Privacy WhatsApp, privacy congelata per i prossimi tre mesi
L’intento dell’autorità tedesca è congelare la raccolta dati per tre mesi, secondo quanto previsto dal General Data Protection Regulation (GDPR), il regolamento UE sulla sicurezza dei dati sensibili e diritto alla riservatezza dei cittadini dell’unione. “La nuova procedura è una scatola nera – ha detto il garante tedesco Johannes Caspar -. L’ordine che abbiamo emesso riguarda il processamento dei dati degli utenti di WhatsApp. Scandali come Cambridge Analytica o la recente fuga di dati di 500 milioni di utenti Facebook, la dicono lunga sui pericoli della profilazione di massa“.
Di parere ovviamente opposto Facebook, che ha annunciato ricorso contro la decisione dell’HmbBfDI. Un portavoce di WhatsApp ha fatto sapere che non ci saranno passi indietro: “L’Autorità tedesca si sbaglia e l’ordine non avrà nessun impatto sulla nostra policy – riporta la NCBC -, che entrerà regolarmente in vigore. Il nostro impegno nell’assicurare comunicazioni sicure e nel proteggere la privacy degli utenti è costante”.
WhatsApp e riservatezza degli utenti: scelta o imposizione mascherata?
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La nuova policy di WhatsApp entrerà in vigore sabato 15 maggio. Ma ha alzato un putiferio sin dal momento in cui è stata annunciata, lo scorso gennaio. Le polemiche hanno spinto Facebook a ritardarne l’applicazione di tre mesi (sarebbe dovuta scattare l’8 febbraio 2021), proprio per dare il tempo agli utenti di familiarizzare con le nuove regole. Tuttavia, poco sembra essere cambiato nel frattempo.
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Al contrario. Il cosiddetto consenso alla raccolta dati che WhatsApp chiede agli utenti sembra più che altro un’imposizione mascherata, visto che chi non accetta deve praticamente rinunciare all’utilizzo della chat. Per la gioia di concorrenti come Telegram e Signal, che da gennaio hanno visto il proprio bacino di utenza allargarsi esponenzialmente grazie a tutti gli sfiduciati che si sono sentiti traditi da WhatsApp.