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Scienze

Perseverance è pronto a studiare la superficie del cratere Jezero su Marte

Perseverance è pronto: sono partiti gli studi sul cratere Jezero nel quale è atterrato a febbraio. Ci dirà di più sulla vita passata del pianeta rosso.

Perseverance è pronto a studiare il suolo di Marte (Foto Nasa)

Non dimentichiamolo: insieme al mitico Ingenuity, elicottero che ha compiuto l’impresa miracolosa di volare nell’atmosfera di Marte, c’è Perseverance. Il rover marziano che, a febbraio, ha concluso il suo viaggio di sei mesi posizionando le sue ruote sul suolo del pianeta rosso.

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Perseverance: ora tocca a lui stupirci, si cerca la vita extraterrestre!

Perseverance è pronto a studiare la superficie del cratere (Foto Esa)

Volare non basta per la NASA, dunque è l’ora di accendere i motori del rover e iniziare a scandagliare il cratere Jezero nel quale è atterrato ormai quasi tre mesi fa. L’obbiettivo di Perseverance sarà quello di analizzare il terreno dove, un tempo, era presente un lago e quindi… probabili forme di vita.

Insomma Perseverance potrebbe raccogliere quella che verrà considerata la prima prova di vita extraterrestre. Un compito non da poco e che, seppur non veda un essere umano in carne ed ossa coinvolto, è da considerarsi un evento storico e sensazionale.

Oltre alla ricerca della vita presente o passata, il rover avrà il compito di raccogliere alcuni campioni del terreno marziano, per poi riportarli in futuro sulla Terra. Questo ci permetterà di studiare con ancora più precisione la storia di Marte, la sua geologia e se le rocce presenti nel cratere sono di tipo sedimentario o igneo.

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Tra le sfide che sarà chiamato a superare Perseverance, quella di non rompere le rocce che dovrà raccogliere per poi farle analizzare sulla Terra. Il rischio è contaminarle e quindi inquinare le prove date dalla erosione di milioni di anni. Per farlo utilizzerà il suo braccio robotico, rimuovendo strati superficiali per scoprire le zone più interne del terreno. Una volta effettuata la scrematura della roccia, entreranno in gioco gli strumenti PIXL e SHERLOC, grazie ai quali sarà possibile raccogliere i dati mineralogici e chimici dei materiali.

Fabio Alberti

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