Effetto go down. La chiusura dell’oleodotto PipeLine che riforniva gran parte dell’Esta Coast degli Stati Uniti a causa di un pesantissimo attacco hacker nelo scorso week end, ha delle inevitabili ripercussioni sul mercato internazionale dei carburanti.
Il blocco della distribuzione, infatti, è arrivato alla conseguenza di far salire il prezzo del petrolio. “Stiamo lavorando a stretto contatto con l’azienda e i funzionari statali e locali per assicurarci che si torni alle normali operazioni il più rapidamente possibile e non ci siano interruzioni nell’offerta”.
Gina Raimondo, segretario al commercio dell’amministrazione Byden, prova a rassicurare tutti. Ma ci sono dei numeri che evidenziano la situazione di grande difficoltà.
Colonial Pipeline, l’attacco hacker ha fatto centro: Biden dichiara lo stato di emergenza
I prezzi del petrolio, in primis, sono ancora in rialzo da quando l’attacco hacker ha messo in ginocchio un oleodotto di circa 8550 km, capace di offrire fornitura all’intera East Coast del paese, ora totalmente bloccata: i future sul greggio Wti avanzano dello 0,82% a 65,43 dollari al barile, quelli sul Brent dello 0,86% a 68,88 dollari.
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L’intera aera è da tre giorni costretta a fare a meno dei rifornimenti per vari tipi di trasporto, trattandosi di benzina, diesel e anche carburante per aerei. Secondo quanto riportato da Bloomberg l’incidente informatico rischia di provocare un innalzamento dei prezzi della benzina al livello più alto degli ultimi sette anni.
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La stampa statunitense sostiene che i fornitori stanno cercando le navi per consegnare la benzina, altri stanno permettendo alle petroliere di prendere benzina nel Golfo degli Stati Uniti nel caso il blocco dovesse prolungarsi nel tempo.
L’attacco informatico di venerdì ha colpito nel segno, dunque, facendo malissimo. Colonial Pipeline è stata costretta a disattivare alcuni sistemi per contenere la minaccia, sospendendo temporaneamente tutte le operazioni dell’oleodotto nello scorso week-end.
Dietro l’attacco si celerebbe DarkSide, il noto gruppo criminale che sostiene di rubare fondi a grandi aziende e corporazioni per distribuirli a organizzazione benefiche.
Quel suo dannosissimo ransomware, un tipo di malware che limita l’accesso del dispositivo che infetta richiedendo un riscatto da pagare per rimuovere la limitazione, ha costretto Biden a dichiarare lo stato di emergenza.