Continua ad essere radiato dal social network Facebook, l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
L’ex commander in chief a stelle e strisce era stato bannato dallo spazio sociale di Mark Zuckerberg subito dopo la sconfitta alle elezioni di novembre scorso contro Joe Biden, sia perchè continuava a mettere in discussione la regolarità dei voti dell’attuale presidente, sia per via della sua mancata condanna al famoso assalto a Capitol Hill da parte dei suoi seguaci. Nonostante siano passati quattro mesi da quegli eventi, il ban non è ancora stato tolto, così come deciso dal comitato di supervisione di Facebook, il ‘Facebook oversight board’, un gruppo esterno alla piattaforma di esperti, voluto dal fondatore, per appunto riesaminare le scelte più radicali in merito alla policy dello stesso social.
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Dura la reazione dello stesso Donald Trump, che ha parlato di “vergogna assoluta”, aggiungendo che le società tech “devono pagare un prezzo politico”. Quello del tycoon non è però un blocco permanente visto che lo stesso comitato ha deciso di riesaminare il caso fra sei mesi, attorno ad ottobre, e non è quindi da escludere una “riabilitazione”. Sicuramente un duro colpo per Trump che secondo numerose indiscrezioni sarebbe pronto a tornare in campo in vista delle elezioni americane che si terranno nel 2024, ma che potrà farlo in maniera “zoppa” senza l’utilizzo dei suoi social.
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L’ex commander in chief è stato infatti bannato anche da Instagram, Twitter e altri social media, e ciò significa che lo stesso ha perso svariati milioni di follower che lo seguivano in maniera assidua e con cui poteva comunicare quotidianamente. La notizia giunge tra l’altro a poche ore dal nuovo website lanciato da Trump per dialogare appunto con i suoi sostenitori, e secondo la stampa a stelle e strisce si tratta di un duro colpo. Numerosi coloro che hanno storto il naso di fronte alla decisione di cui sopra di Facebook, fra cui anche Mark Meadows, ex capo dello staff della Casa Bianca di Donald Trump, che ha spiegato: “E’ una giornata triste per l’America, ma è una giornata ancora più triste per Facebook, perchè le cose cambieranno e molti membri del Congresso stanno valutando ora come rompere questo monopolio”.
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