La Nasa non sarebbe in grado, con la tecnologia attuale, di bloccare un eventuale asteroide diretto verso il nostro Pianeta.
E’ questo quanto si evince in sostanza dalla simulazione realizzata negli scorsi giorni dall’agenzia spaziale americana per la conferenza “Planetary Defense Exercise – 2021’, e in cui si è appunto cercato di capire come reagirebbero le autorità e il mondo all’annuncio di una collisione con un corpo esterno di notevoli dimensioni. Secondo quanto emerso, così come riferito anche da Sputnik, sei mesi di tempo, allo stato attuale, non basterebbero per preparare una risposta adeguata e nel contempo progettare una missione che permetta di deviare un asteroide ipotizzato grande centinaia di metri di diametro. Dall’esperimento è emerso che i primi giorni dopo l’avvistamento (si suppone che l’asteroide sia distante circa 35 milioni di chilometri dalla terra) verrebbero persi dagli scienziati per calcolare la traiettoria esatta del corpo celeste.
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Inizialmente verrebbe stimata una probabilità di impatto con il nostro pianeta pari al 5%, poi dopo una decina di giorni, si riuscirebbe a stabilire con esattezza che l’asteroide punta dritto alla Terra. A quel punto si inizierebbe a fare sul serio, cercando di capire come muoversi, ma il rapporto pubblicato sul sito web della Nasa fa sapere a riguardo: “Se dovessimo affrontare l’ipotetico scenario del PDC 2021 (il nome dato all’asteroide simulato ndr) nella vita reale, non saremmo in grado di lanciare un veicolo spaziale in così poco tempo con le capacità attuali”.
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Gli scienziati hanno ipotizzato di colpire il “masso” con un dispositivo nucleare che “ridurrebbe drasticamente il rischio di danni da impatto”, ma il PDC 2021, con un diametro di 800 metri e una composizione rocciosa, verrebbe solamente scalfito dalle armi, con scarse possibilità di esplosione totale. C’è inoltre il problema della frantumazione, visto che, colpendo l’asteroide con dei missili, si creerebbero altri pericolosi massi che potrebbero ricadere un po’ ovunque, e ciò rischierebbe di complicare ulteriormente i piani delle autorità. Nell’esperimento viene inoltre stabilito che dopo circa un mese e mezzo dall’avvistamento si riuscirebbe a capire con esattezza quale pianeta verrebbe colpito, mentre solo una settimana prima dell’impatto si individuerebbe un’area ancora più specifica, con conseguente evacuazione della zona.
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