Per Elon Musk è la moneta già la moneta del presente e sarà certamente quella del futuro, tant’è che la “sua” Tesla può essere comprata con i bitcoin. Sono nati già alcuni store (negli Stati Uniti) che accettano pagamenti con le criptovalute, bitcoin in primis naturalmente. Tutti ne parlano. Anche Consob e la Banca d’Italia, in un comunicato congiunto, che fa scattare un nuovo allarme.
“Consob e Banca d’Italia richiamano l’attenzione della collettività, e in particolare dei piccoli risparmiatori, sugli elevati rischi connessi con l’operatività in cripto-attività (crypto-asset) che possono comportare la perdita integrale delle somme di denaro utilizzate”.
Comincia così l’ammonimento a coloro che vedono nei bitcoin, e più in generale nelle critpovalute, una forma di investimento. “Di recente anche le tre Autorità europee di supervisione, Eba, Esma ed Eiopa, richiamando il proprio avvertimento del 2018, hanno ribadito – il monito di Consob e la Banca D’Italia – la natura altamente rischiosa e speculativa delle criptoattività, avvertendo i consumatori di prestare attenzione agli elevati rischi connessi con l’acquisto e/o la detenzione degli stessi”.
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Da tempo si registra sul mercato un interesse crescente, a livello europeo e internazionale, verso le cripto-attività, come per esempio i bitcoin.
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Bitcoin è un sistema di pagamento mondiale creato nel 2009 da un anonimo inventore (o gruppo di inventori) con lo pseudonimo di Satoshi Nakamot. Se il termine Bitcoin è utilizzato con l’iniziale maiuscola si riferisce alla tecnologia e alla rete, mentre se minuscola (bitcoin) si riferisce alla valuta in sé.
“In assenza di un quadro regolamentare di riferimento – fanno notare Consob e la Banca D’Italia – l’operatività in cripto-attività presenta rischi di diversa natura, tra cui: la scarsa disponibilità di informazioni in merito alle modalità di determinazione dei prezzi; la volatilità delle quotazioni; la complessità delle tecnologie sottostanti; l’assenza di tutele legali e contrattuali, di obblighi informativi da parte degli operatori e di specifiche forme di supervisione su tali operatori nonché di regole a salvaguardia delle somme impiegate”.
Dagli esperti di finanza il Bitcoin non viene classificato come una moneta, ma come una riserva di valore attualmente molto volatile. A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, non c’è un ente centrale, né meccanismi finanziari sofisticati: il suo valore è determinato unicamente dalla leva fra la domanda e l’offerta.
“Al momento l’acquisto di cripto-attività non è soggetto alle norme in materia di trasparenza dei prodotti bancari e dei servizi di investimento e continua a essere sprovvisto di specifiche forme di tutela; segnatamente dette attività non sono soggette a nessuna forma di supervisione o di controllo da parte delle Autorità di vigilanza”.
Massima attenzione. Se lo dicono Consob e la Banca D’Italia…
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