L’incidente in Texas in cui una Tesla Model S è finita carbonizzata continua a far discutere. Secondo Musk c’era una persona alla guida e l’autopilot non poteva essere inserito.
Per Tesla non ci sono dubbi: qualcuno era alla guida della Model S al momento dell’incidente avvenuto in Texas la sera dello scorso 17 aprile. Nel tragico fuori pista sono rimaste uccise due persone, Everette Talbot, 69 anni, e William Varner, di dieci anni più giovane, carbonizzati nell’incendio divampato dopo lo scontro con un albero.
Incidente Texas, Tesla ispeziona la macchina
A confermare una versione che contraddice investigatori e primi soccorritori, sono stati i periti della casa automobilistica, dopo aver esaminato ciò che resta della vettura sotto la supervisione degli inquirenti incaricati da National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) e National Transportation Safety Board (NTSB).
“Le vittime avevano parlato dell’autopilot”
Gli elementi rilevati sulla carcassa della macchina fanno pensare a Tesla che qualcuno fosse alla guida e contemporaneamente l’autopilot fosse spento. Eppure, gli ufficiali accorsi sul posto subito dopo l’incidente si sono detti sicuri che nessuno fosse al volante. Le due vittime occupavano il sedile del passeggero e quello posteriore. È stata questa inequivocabile circostanza a far ricadere per esclusione i sospetti sull’autopilot di Tesla, poi corroborati anche dalla testimonianza delle mogli delle vittime raccolta dal New York Times. Le due donne ricordano che i mariti stavano parlando proprio dell’autopilot prima di uscire con la macchina.
Il nuovo particolare: volante deformato
Ma Musk si è scagliato contro i media, precisando forte e chiaro che il sistema di guida assistita (e non – si badi bene – di guida autonoma), non poteva essere inserito senza un guidatore. Gli stessi rappresentanti di Tesla hanno da ridire proprio su questo. Durante l’ispezione hanno constatato la deformazione del volante della Model S, dettaglio che implicherebbe l’impatto con un corpo posizionato appunto sul sedile di guida.
Le immagini dell’incidente nella SD card
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Non solo, “tutte le cinture di sicurezza erano slacciate dopo l’impatto”, hanno aggiunto, per cui l’autopilot non poteva proprio essere attivabile. Insomma, la “perizia di parte”, se così può essere definita, aggiunge altri dubbi a quelli che già si sono accumulati finora. A fare un po’ di chiarezza potrebbero essere le riprese dalla dashcam della macchina, ma per adesso gli ufficiali sono ancora a lavoro per recuperare la SD card dove sono state salvate le immagini.
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A margine, vale la pena citare l’esperimento fatto da Consumers Report, a dimostrazione che è possibile avviare una Tesla con l’autopilot senza nessuno alla guida. Un test, puntualizzano gli autori, che non ha nulla a che fare con l’incidente ed è volto solo a sensibilizzare l’azienda di Musk sulla necessità di potenziare i sistemi di sicurezza.