Ecco una nuova tecnologia Huawei che permetterà di riconoscere e testare i tipi di pelle per individuare le cure più adatte.
A quanto pare, gli esperti di Shenzhen ne sanno una più del diavolo. Sembra, infatti, sia stato pubblicato un nuovo brevetto, identificato con la sigla CN112700398A che fa riferimento ad una nuova tecnologia. Si tratta di un sistema di riconoscimento del tessuto cutaneo.
Più esattamente, Huawei sta cercando di individuare dei sistemi che permettano di curare gli inestetismi della pelle, vista l’attenzione rivolta al corpo da parte delle nuove generazioni. Infatti, è cresciuto notevolmente il numero delle cliniche e degli istituti che si occupano di risoluzione dei problemi della pelle. Pertanto, l’azienda vuole provare a far parte di questo meccanismo.
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Huawei sviluppa una nuova tecnologia per la cura della pelle
Grazie alle nuove fotocamere estremamente avanzate, è facile per l’IA riconoscere un tipo di pelle. È possibile acquisire molte informazioni sulle sue condizioni, tali da poter evitare di consultare medici specialisti o strutture ad hoc.
Ed è proprio su questo che vuole puntare la nuova tecnologia Huawei. L’azienda, in questo modo, potrà avere un spazio riservato nell’ambito dell’estetica, riuscendo a diagnosticare anche piccoli problemi della pelle o ad indicare le soluzioni più efficaci per curarla e renderla più fresca.
Il sogno di ogni uomo è quello di non invecchiare, un po’ come racconta il personaggio Dorian Grey. Avere a portata di mano un sistema che potrà monitorare sempre la nostra cute per indentificare le imperfezioni è una cosa a cui nessuno rinuncerebbe mai. È chiaro che, in questo modo, il numero di utenti Huawei può solo crescere.
Mediante una fotocamera frontale, la nuova IA sarà in grado di ottenere un maggior numero di informazioni sui pori della pelle nell’area selezionata. Dopodiché, potrà suddividerli in diverse categorie per poter, poi, riconoscere meglio i vari tessuti.
Basandosi sui modelli precaricati, l’IA sarà in grado di riconoscere l’esatto tipo di pelle per poi individuarne le anomalie.
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Non sappiamo ancora quando e se questo brevetto diventerà ufficiale e se necessiterà di certificati da parte di istituti sanitari. Potrebbe volerci del tempo, ma potrebbe anche restare una sperimentazione chiusa in un cassetto.