Cento anni di storia italiana segnati da una moneta di valore solo all’apparenza molto piccolo. Le monete da 2 lire nascono nel 1861 durante il Regno d’Italia, coniate in argento dal peso di 10 grammi.
Le prime monete da 2 lire in argento sono state coniate sia al titolo 900/1000 che 835/1000, dal diametro di 27 mm e un peso di 10 grammi. Negli anni sono cambiate, sia nel peso che nel materiale, e ne sono state coniate almeno 7 versioni.
Monete, le 2 lire nel corso della storia
Nonostante i tanti cambiamenti che le 2 lire hanno subito negli anni, è interessante notare che in tutta la loro storia hanno comunque mantenuto dei tratti distintivi e unici che la rendono molto interessante e di valore per i collezionisti.
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Le varie versioni delle monete da 2 lire, negli anni, sono state le seguenti: Napoleone, Vittorio Emanuele II, Umberto I, Emanuele III, Spiga e Olivo.
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La prima moneta da 2 lire, la Napoleone, viene in realtà coniata nel 1807, proprio per volere dell’imperatore. Tra le particolarità di queste monete, le capostipiti di questa “dinastia” di conio, ricordiamo che lo stemma riportato sul retro della moneta è anche sul collare della Legion d’onore, ordine cavalleresco voluto da Napoleone stesso.
Queste monete, in SPL (splendide) o FDC (fior di conio) valgono per i collezionisti tra i 300 e i 600 euro, anche se bisogna fare attenzione ai falsi che si trovano in commercio.
In seguito sono state coniate le monete Vittorio Emanuele II, per il periodo di tempo che va dal 1861 al 1863. Nel frontale c’è la testa del re Vittorio Emanuele II, il verso ha invece 2 varianti: una con lo stemma sabaudo con corona e l’altro col valore su due righe.
Per i collezionisti non hanno un valore molto alto, vanno dai 20 ai 40 euro, mentre esistono pochissime e molto rare monete da 2 lire dal valore di quasi 2000 euro. Queste monete devono però avere certificazione PCGS, MS-PR-62 (nessuna usura), conservazione SPL.
Le ultime monete da 2 lire sono state introdotte a partire dal1953 ed hanno avuto una tiratura di 22.550.000 esemplari. Sono dunque monete molto comuni. Il loro valore infatti, in perfetto stato di conservazione, non supera i 6 euro.