Preoccupa una variante texana del Covid, appena osservata in uno studente: dalle prime osservazioni ricorda la variante inglese, sembra causare una malattia più grave e potrebbe resistere alle difese immunitarie.
Una nuova variante del Covid scoperta in Texas dai ricercatori della A&M University (TAMU) sembrerebbe causare una malattia più grave e prolungata, avere tratti che la renderebbero più resistente alle nostre difese immunitarie e allo stesso tempo più contagiosa. Il condizionale è d’obbligo, visto che gli scienziati del Global Health Research Complex (GHRC) hanno appena avviato i loro esami, dopo aver scoperto il nuovo ceppo in un giovane studente universitario del campus.
La nuova variante è stata denominata BV-1 dalla Brazos Valley, la regione del Texas dove si è manifestata. Il GHRC ha allertato il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie affinché si prendano misure prima che sia troppo tardi: l’obiettivo è confinare una forma di Covid potenzialmente più severa e in grado di aggirare le difese immunitarie, proprio come è successo nel caso dello sfortunato studente della TAMU. Le preoccupazioni sono per ora solo teoriche, ma purtroppo gli studi di laboratorio evidenziano delle caratteristiche del virus che non lasciano tranquilli.
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Positivo a un primo tampone del 5 marzo 2021, il giovane paziente ha smaltito i sintomi del Covid il 2 aprile e negativizzato il virus qualche giorno più tardi, come confermato dal tampone “pulito” del 9 aprile. Una durata insolitamente lunga per la sua età e che corrobora l’ipotesi che spaventa di più: la struttura genetica di BV-1 richiama quella di altre varianti resistenti a diversi tipi di anticorpi. In particolare, i markers genetici più simili sarebbero quelli della variante inglese, che però è contrastata molto bene dai vaccini.
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Ma per ora restiamo nel campo delle ipotesi, come spiega il responsabile di Virologia dell’Università Texana, Ben Neuman: “I marker genetici di questo ceppo sono stati associati con una diffusione rapida, una forma severa di Covid e resistenza alle difese immunitarie. Ma siamo di fronte a un caso unico e non abbiamo ancora fatto i test. Tutto ciò che sappiamo è basato sul sequenziamento genetico svolto in laboratorio, che pure ci mette in guardia e ci impone rigorosa sorveglianza, specialmente sui giovani asintomatici o con sintomi trascurabili”. Niente conclusioni affrettate, dunque, ma massima allerta per evitare che BV-1 possa causare danni.
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