Il mercato tecnologico è al tracollo. Il disastro non è evidente, ma lo sarà nel tempo se, oltre ai chip, continuerà anche la carenza di HDD e SSD.
L’anno della pandemia ha generato una condizione davvero anomala, anche se, come abbiamo già accennato, la cause sono precedenti al periodo del Covid-19.
La mancanza di chip ha pronosticato una crisi molto più pericolosa di quanto si immaginasse ed è molto probabile che duri più di due anni. Fino ad allora, le aziende continueranno a produrre dispositivi con il materiale rimasto. Dopodiché, inizierà il tracollo.
Parliamo di tracollo perché si arriverà al punto in cui la domanda sarà incredibilmente superiore all’offerta, poiché le aziende non saranno in grado di produrre abbastanza dispositivi per poter soddisfare la richiesta della clientela.
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Dalla mancanza di chip alla carenza di HDD e SSD
I problemi legati alla diminuzione di HDD e SSD si aggiungono all’insufficienza di chip anche per altre cause. Questo è un momento particolare, come sappiamo, per il mondo del mining di criptovalute. In particolare, c’è una nuova criptovaluta, chiamata Chia, che potrebbe aumentare radicalmente di prezzo e portare ad una riduzione di HDD e SSD.
Più precisamente, la colpa è dei miner cinesi che stanno facendo scorta di qualunque tipo di HDD e SSD per poter creare nuovi PC da mining di Chia. Questo tipo di criptovaluta, a differenza delle altre, non premia chi le riserva spazio di calcolo con GPU, CPU e ASIC.
Al momento, Chia non è ancora disponibili sulle piattaforme di trading, quindi c’è ancora tempo per poter guadagnare qualche unità prima si realizzi la catastrofe profetizzata. Infatti, non essendo pronta per il trading, non è ancora partita la vera “caccia all’hard disk”, almeno non in tutto il mondo.
Chia presenta alcune differenze rispetto a Bitcoin ed Ethereum: innanzitutto, ha minor impatto ambientale e, invece di basarsi sul modello proof-of-work, utilizza il cosiddetto “proof of space and time”.
La peculiarità di Chia sta nel fatto che gli hard disk e gli SSD utilizzano meno energia, in più, sono più facili da trovare e costano meno. Al contrario, il mining di Bitcoin ed Ethereum porta ad un grande spreco di elettricità.
Come riportato da HKEPC, i miner sono alla ricerca di dischi rigidi che vanno dai 4TB ai 18TB di capacità.
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Logicamente, questi acquisti precipitosi conducono necessariamente ad un aumento dei prezzi ed ad una riduzione di memorie. Una catastrofe che percepiremo solo nel tempo.