Il Wi-Fi sensing sarà in grado di rilevare ogni interferenza del campo magnetico, tracciando minuziosamente tutte le nostre attività.
Un network Wi-Fi capace di rilevare ogni nostra più piccola attività grazie alle modificazioni del campo magnetico prodotto dal modem-router di casa. Si chiama Wi-Fi Sensing e ci sta lavorando la Task Group 802.11bf (TGbf) dello Ieee, ossia l’Istituto di Ingegneria Elettrica ed Elettronica di New York, che si vanta di essere “la più grande organizzazione al mondo di tecnici professionisti per il progresso tecnologico”.
A fine 2020, lo IEEE ha approvato il progetto di ricerca del TGbf, che nel 2024 dovrebbe dare alla luce il Wi-Fi Sensing. L’obiettivo del gruppo di ricercatori sperimentali è mettere a frutto la tecnologia Wi-Fi per andare oltre la “semplice” trasmissione dati e sviluppare un sistema per interpretare minuziosamente le interferenze del suo campo magnetico, tracciando tutte le attività che avvengono al suo interno.
Il progetto sa tanto di Grande Fratello orwelliano. Ma, invece di sfruttare un occhio che tutto vede, è caratterizzato da una gittata, se così possiamo definirla, ancora più estesa e capillare: avete presente quando il segnale wi-fi (o bluetooth, se è per questo) del nostro vicino compare sul nostro device? In fin dei conti, è una tipica lama a doppio taglio: un sistema del genere garantirebbe la nostra sicurezza e protezione se utilizzato da attori legittimi, mentre le metterebbe a serio rischio qualora fosse a disposizione di un criminale.
A fare un po’ di chiarezza è stato il professor Francesco Restuccia, assistente di Ingegneria Elettrica e Informatica presso la Northeastern University: “Il segnale Wi-Fi si sta diffondendo sempre di più in spazi pubblici e privati – si legge nell’abstract del suo articolo accademico -. L’obiettivo è sfruttare le sue molteplici possibilità di impiego per creare applicazioni rivoluzionarie come il rilevamento della presenza umana, il riconoscimento delle attività e il tracciamento degli oggetti, giusto per citarne qualcuna”.
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Il progetto del TGbf punta ad impostare una rete WLAN in grado di osservare e registrare movimenti, velocità di spostamento, estensione dei corpi, distanze, attività. Uno strumento sensazionale ma che allo stesso tempo pone non pochi dubbi etici in materia di privacy. “Tutti gli sforzi di ricerca fatti fin qui riguardano esclusivamente la sfera tecnica – racconta ancora Restuccia -. Tuttavia è chiaro che se non verrà data la debita importanza a questioni cruciali come sicurezza e privacy, la gente non si fiderà di questa tecnologia“.
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Nella fattispecie, Restuccia sottolinea che il Wi-Fi Sensing può rivelare attività personali come ad esempio scrivere al computer o altro tipo di informazioni sensibili – pensate a quando digitate le vostre password. Inoltre, il Wi-Fi passa attraverso i muri e funziona benissimo anche al buio, ragion per cui una persona non potrebbe mai accorgersi di essere spiata. Tra le soluzioni ventilate fin qui, la possibilità di essere esclusi dal Wi-Fi Sensing tramite l’uso di “algoritmi per l’identificazione umana o animale”, “tecniche attive come un secondo segnale Wi-Fi che dissolva l’attività di sensing, o passive come schermi che la bloccano fisicamente”.
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