Il mondo che ci aspetta nei prossimi anni sarà tutt’altro che ottimale, così come sottolineato dallo studio choc Global Trends Report, condotto dal NIC, il National Intelligence Council degli Stati Uniti, lo stesso che quattro anni fa aveva predetto lo scoppio della pandemia di coronavirus.
“Entro il 2040 – si legge sul report pubblicato ogni quattro anni – la Terra si troverà a fronteggiare problematiche quali: rallentamento della crescita della popolazione, con conseguente invecchiamento, un tracollo a livello climatico, tensioni crescenti nei rapporti internazionali e aumento della fame“. Insomma, nulla di buono all’orizzonte, con prospettive in cui le diseguaglianze economiche fra potenti e deboli si acuiranno ulteriormente, con tutto ciò che ne consegue. Prospettive pessime quindi a livello “monetario”, ma anche per quanto riguarda il clima, come del resto ci ripetono ormai da tempo gli esperti. A causa del continuo riscaldamento globale e del processo di inquinamento, si aggraverà il problema dell’insicurezza alimentare e della scarsità d’acqua, favorendo nuove migrazioni.
STUDIO CHOC DEL NIC: FRA CLIMA, INVECCHIAMENTO E GUERRA PER LO SPAZIO
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Qualche buona nuova dovrebbe comunque arrivare dalle tecnologie, visto che, sempre secondo il report, nel giro di un paio di decenni “il contesto spaziale combinerà tecnologie emergenti con la maturazione delle capacità attuali per supportare la commercializzazione e introdurre nuove applicazioni”, e lo spazio sarà un campo di battaglia quasi esclusivo di due super potenze: “Gli sforzi sia dei governi, sia degli attori privati, stabiliranno nuovi domini della competizione spaziale, in particolare tra Stati Uniti e Cina”. Nonostante quindi l’esplorazione spaziale abbia dato vita a numerose cooperazioni internazionali negli ultimi anni, si tratterà di una sfida soprattutto fra Washington e Pechino, due nazioni che tipicamente non si amano, e che di recente hanno cominciato una guerra commerciale a suon di dazi, portata avanti soprattutto dall’ex presidente Usa Donald Trump.
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Nel contempo, si legge ancora sul rapporto, i Paesi che parteciperanno alle nuove avventure “acquisiranno prestigio, opportunità per avanzamenti scientifici e tecnologici, nonché potenziali benefici economici”. Infine, viene predetto che i governi “rimarranno la prima fonte di finanziamento per supportare le attività di esplorazione su larga-scala”, anche se “il ruolo di realtà commerciali crescerà enormemente”. Un futuro sicuramente non roseo, fra problemi climatici, salutari e lo spettro di una guerra per la conquista dello spazio all’orizzonte.