C’erano una volta delle monete (dapprima) con contorno rigato, coniate grazie a una lega formata da Nichelio e Bronzital di 21,3 millimetri, dal peso di 3,6 grammi rappresentanti un ramo di quercia. La storia delle 20 lire parte da qui.
Una moneta e due tipi differenti nel lungo lasso di tempo delle monete da 20 lire, nascenti nel 1956 e morenti nel 1999, due anni prima dell’entrata dell’euro. Il primo tipo (quelle dal 1956 al 1968) aveva un contorno rigato, trasformatosi in un secondo tempo in liscio. Cambiano anche i materiali: le prime monete erano di Nichelio e Bronzital, le seconde di Magnesio e Bronzital: ciò che è rimasto uguale nel tempo sono le misure. E la voglia dei collezionisti di pagare migliaia di euro per accaparrarsene una.
Come, per esempio, la moneta rara da 20 lire del 1958 Ramo Quercia/Testa di Donna: su eBay si può comprare subito a 1980 euro, più 10 di spedizione. La vende chi ha il 100% dei feedback positivo. Un altro esempio? Riguarda sempre l’annus mirabilis (ora) delle monete da 20 lire, che ora si comprano a 1400 euro, sempre sul sito di vendita e aste online fondato il 3 settembre 1995 da Pierre Omidyar; in Italia dal 2002 un anno dopo la fusione con l’Istituto di credito PayPal.
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E pensare che c’è una moneta da 20 lire che vale di più. Talmente di più da non essere collezionabile. E’ quella del 1956. La prima, classificata come R5, ossia campione – appunto – non collezionabile. Oggi vi sono solo due esemplari esistenti, conservati entrambi presso il Museo della Zecca dello Stato.
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Certo, anno di nascita e condizioni attuali fanno tutta la differenza di questo mondo. Ma la moneta da 20 lire del 1956, in Fior di Conio, contrassegnata con la lettera P, può raggiungere un valore di oltre 1500 euro. In condizioni splendide il suo valore scende, ma stiamo sempre intorno ai 750 euro. Pagata bene pure quella in discrete condizioni, che può raggiungere e superare leggermente i 300 euro.
Occhio alle monete da 20 lire del 1968: in eccellenti condizioni possono arrivare anche a sfiorare i 100 euro. La moneta di prova del medesimo anno, invece, a parità di conservazione, arriva a sfiorarne 1000. Meglio andare a vedere in quel “dindarolo” nascosto fra la polvere, non si sa mai che l’affascinante storia delle monete da 20 lire possa diventare leggenda.
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