Era il 12 aprile 1961 quando Yuri Gagarin fece il suo primo volo tra gli astri. Per questo, oggi si celebra la Giornata Mondiale dell’uomo nello spazio.
Deve essere stato strano per i nostri genitori ed i nostri nonni vedere un uomo che abbandonava la Terra per raggiungere lo spazio infinito, tra stelle e pianeti. Oggi, forse, non ci facciamo più caso ma, all’epoca, era davvero una missione straordinaria.
Eppure, Yuri Gagarin fu il primo essere umano a orbitare attorno alla Terra, dopo il lancio di Sputnik nel 1957. Questo evento segna l’inizio dell’era spaziale per l’umanità, sottolineando anche l’importante contributo della scienza e della tecnologia spaziale nel mondo di oggi.
Celebrare la Giornata Mondiale dell’uomo nello spazio non serve solo a ricordare Gagarin ma serve, soprattutto, a promuovere le aspirazioni di esplorare e sviluppare ulteriori tecnologie che possano avvicinarci ad una conoscenza ancora più ampia dell’universo.
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Giornata Mondiale dell’uomo nello spazio dedicata a Yuri Gagarin
Per l’occasione, RaiNews ha intervistato l’astronauta dell’ESA, Luca Parmitano, il quale ha potuto spiegare in modo più dettagliato le emozioni e le aspettative di quella missione. In particolare, è interessante il modo in cui Gagarin ha potuto vedere il nostro pianeta da lassù, grazie ad un punto di vista totalmente nuovo. Ecco cosa riferisce l’astronauta Parmitano durante l’intervista:
Gagarin probabilmente non aveva le parole. In 60 anni di volo spaziale nessuno ha trovato le parole giuste per descrivere il nostro pianeta. L’atmosfera e il mare lo rendono sicuramente un pianeta azzurro di una bellezza indescrivibile. Sono d’accordo con lui anche quando ha detto che la Terra è bellissima ed è giusto lavorare tutti insieme per preservarla
Un’immagine molto significativa, poiché evidenzia l’attenzione verso il proprio pianeta da parte di un uomo che per la prima volta riesce ad avvicinarsi ad altri mondi. Dunque, non solo una gran voglia di esplorare nuovi mondi ma, soprattutto, quella di proteggere il nostro.
Parmitano racconta poi della tecnologia primordiale della navetta Vostok e delle difficoltà incontrate durante la missione. Una volta entrati nell’atmosfera, era previsto un ulteriore lancio dalla navetta per atterrare con il paracadute, ma la cosa non fu possibile. Oltretutto, il rientro fu molto complicato, quasi da sfiorare la tragedia.
Tutto ciò è davvero difficile da immaginare, se pensiamo che Elon Musk con le sue tecnologie può viaggiare fuori dal nostro pianeta come se prendere una metropolitana. 60 anni di crescita tecnologia e di prospettive per l’essere umano.
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Più di ogni cosa, si spera che gli obiettivi siano rimasti gli stessi e che puntino al benessere dell’uomo e del suo mondo.