Amazon, profili fake e sindacalizzazione: una storia social

Una squintalata di profili Twitter invadono i social dell’uccellino bianco con il chiaro intento di difendere Amazon e rigettare le pesanti accuse sulle critiche condizioni di lavoro dei dipendenti. Chiaramente, tutti profili fake. E’ quanto sta accadendo sul noto social californiano (passato in seguito sotto la giurisdizione del Delaware), lanciato da Jack Dorsey nell’ormai lontano marzo 2006.

Amazon (Adobe Stock)
Amazon (Adobe Stock)

Il piano dell’utilizzo di account fake è di vecchia data: una strategia presente, nel passato, nei periodi in cui le critiche nei confronti di Amazon erano diventate virali, ossia nel 2018 e nella seconda ondata del 2019. Molti degli account Twitter, citati nei rapporti del 2018 e del 2019, guarda caso non esistono più. Altri hanno cambiato nome. Alcuni account sono stati denunciati come l’utilizzo di immagini del profilo false da foto stock. Tant’è.

Amazon, riecco l’arte degli “ambasciatori”

Twitter (Adobe Stock)
Twitter (Adobe Stock)

La mossa di profili fake con il fine di difendere il datore di lavoro è una sorta di creazione di un ambasciatore virtuale, che condivide esperienze positive di lavoro con l’azienda. La società in questione ha confermato che alcuni dei tweet dell’ultimo periodo, presumibilmente, erano provenienti “ambasciatori” fake, come confermato anche dal The Guardian.

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Molti di questi non sono ambasciatori, sembra che siano account falsi che violano i termini di Twitter. Abbiamo chiesto a Twitter di indagare e intraprendere le azioni appropriate” tuona un portavoce di Amazon.

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Non sono chiari ancora quanti degli account Twitter sono gestiti da veri “ambasciatori”, oppure quali profili ancora sulla piattaforma statunitense siamo effettivamente gestiti da lavoratori Amazon che servono come ambasciatori delle pubbliche relazioni.

Amazon, in un primo momento, aveva rifiutato di fornire informazioni su questi account, soprattutto per presunti compensi per questo ruolo da “ambasciatore” sui social. Secondo indiscrezioni, sembra che alcuni facciano l’ambasciatore proprio di professione, altri invece vengono retribuiti attraverso buoni regali, o giorni liberi.

Una speculazione belle e buona, comunque. Secondo Bellingcat, noto sito di giornalismo investigativo, sono stati scoperti almeno 56 account Twitter di “Amazon FC Ambassador”.

Le tattiche di pubbliche relazioni di Amazon sono state oggetto di indagine in passato. Attualmente tutto ruota attorno al CEO di Amazon, Dave Clark, e all’account Twitter di Amazon News: troppo spesso si legge di critiche nei confronti dei senatori Bernie Sanders ed Elizabeth Warren e il membro del Congresso Mark Pocan su Twitter. Questi attacchi hanno fallito la loro missione, dopo che i memo trapelati a The Intercept hanno rivelato che gli ingegneri di Amazon hanno segnalato i tweet per timori che gli account potessero essere compromessi.

Il National Labour Relations Board sta attualmente determinando se consolidare più reclami da parte dei lavoratori nell’ultimo anno per presunte interferenze da parte di Amazon, contro i tentativi dei lavoratori di organizzare o formare un sindacato. Sindacalizzazione, dunque: una parola chiara in tutta questa storia social.

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