Anche su Marte si verificano i terremoti. Il rover Perseverance, atterrato lo scorso mese di febbraio sul Pianeta Rosso, ha iniziato a spedire alla Nasa numerose informazioni sullo stesso, fra cui appunto la rivelazione dei terremoti.
Stando a quanto riportato da Yahoo, gli eventi tellurici si sono verificati in una area chiamata Cerberus Fossae, le fosse di Cerbero, ed hanno avuto una magnitudo non esageratamente forte. Il lander InSight dell’agenzia spaziale ha infatti registrato una doppia magnitudo di 3.3 gradi e 3.1 sulla scala Richter, e in precedenza ne erano stati segnalati altri due nella stessa località di magnitudo 3.5 e 3.6. In totale fino ad oggi sono stati registrati più di 500 diversi terremoti, ma solo quelli rilevati negli ultimi giorni sono stati corroborati da informazioni dettagliate, di conseguenza saranno i fenomeni meglio studiabili. Gli ingegneri e gli scienziati della Nasa stanno cercato di studiare il “marsquake”, il mantello e il nucleo di Marte, che a differenza della Terra non presenta delle placche tettoniche.
TERREMOTI SU MARTE, IL COMMENTO DEGLI ESPERTI
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A provocare i terremoti sono delle aree vulcaniche molto attive che possono causare anche dei forti rumori, e gli addetti ai lavori presumono al momento che l’area di Cerberus Fossae sia al centro proprio di un’intensa attività vulcanica. Taichi Kawamura, ricercatore dell’Institut de Physique du Globe de Paris, centro che ha fornito il sismometro di InSight e che distribuisce i suoi dati insieme all’Università di ricerca svizzera ETH di Zurigo, ha affermato a riguardo: “Nel corso della missione, abbiamo assistito a due diversi tipi di terremoti: uno più simile a quelli sulla Luna e l’altro, più simile a quelli della Terra. È interessante – ha aggiunto – notare che tutti e quattro questi terremoti più grandi, localizzati nell’area di Cerberus Fossae, sono simili a quelli che si verificato sulla Terra”.
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John Clinton, sismologo alla guida del Marsquake Service di InSight all’ETH di Zurigo, ha aggiunto: “È meraviglioso osservare ancora una volta i marsquake dopo un lungo periodo di registrazione del rumore del vento. Un anno marziano dopo, ora siamo molto più veloci nel caratterizzare l’attività sismica sul pianeta rosso”. Marte si conferma quindi sempre più simile alla Terra, anche nei suoi aspetti negativi.