Stare nello spazio provoca delle alterazioni notevoli nel corpo umano, a livello cellulare e organico, arrivando fino a modificare la grandezza del cuore. Del resto, stare a lungo al di fuori dei confini terrestri, non è cosa da tutti ed è noto e risaputo quanto gli astronauti debbano essere perfetti a livello fisico, quasi degli umanoidi.
Lo si capisce dai risultati di uno studio condotto dagli scienziati Southwestern University, in Texas, Stati Uniti, che ha “analizzato” l’astronauta Scott Kelly, ormai in pensione. Ebbene, Kelly ha vissuto per un anno a bordo della ISS, la Stazione Spaziale Internazionale (per l’esattezza 340 giorni), e durante quel lasso di tempo ha visto il suo organo vitale divenire più piccolo. Lo studio texano è stato pubblicato sulla rivista Circulation, ed è stato sottolineato come il cuore di Kelly si sia ridotto di circa 0.74 grammi per ogni settimana, nonostante lo stesso si esercitasse regolarmente, così come devono fare gli astronauti sparati in orbita. Tenendo conto che un anno è composto da 52/53 settimane, il peso totale perso dal cuore di Kelly è stato di 39 grammi circa.
CORPO UMANO NELLO SPAZIO, IL CUORE SI RIMPICCIOLISCE: “MA LA SUA AZIONE NON SI E’ COMPROMESSA”
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Secondo gli autori dello studio, quanto accaduto all’uomo dello spazio americano, è paragonabile alla “metamorfosi” subita da Benoit Lecomte, nuotatore di lunga distanza, che ha provato ad attraversare l’Oceano Pacifico rimanendo in acqua sei mesi. “Nonostante il restringimento – rassicura comunque Benjamin Levine, docente di Medicina interna presso l’Università del Texas Southwestern, fondatore e direttore dell’Institute for Exercise and Environmental Medicine (IEEM) presso il Texas Health Presbyterian Hospital di Dallas – il cuore dell’astronauta si è adattato relativamente bene, la funzione cardiaca non risultava compromessa. Credo che questo sia incoraggiante per il volo spaziale di lunga durata”.
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Quindi l’esperto ha aggiunto, citando una ricerca effettuata su 13 astronauti per sei mesi sulla Iss: “Abbiamo scoperto che l’adattamento cardiaco dipendeva fortemente dal lavoro che l’organo compiva nello spazio in relazione a quanto avveniva sulla Terra“. Studi che necessiteranno di ulteriori analisi ma che rappresentano senza dubbio un primo importante step per capire cosa accade al corpo nello spazio.