Per la riapertura delle scuole dopo Pasqua, si riflette su un preciso protocollo che prevede l’utilizzo di tamponi salivari periodici per gli alunni: i dettagli
Il governo, tra le priorità del prossimo decreto, ha intenzione di riaprire le scuole. Il premier Mario Draghi ha annunciato di voler far tornare in classe almeno infanzia e primaria, anche nelle zone rosse. Per far sì che ciò accada, dopo un confronto con il Comitato tecnico-scientifico, l’Esecutivo starebbe pensando di sottoporre tutti i bambini al tampone salivare rapido il primo giorno di scuola, per poi ripeterlo una volta a settimana. Qualora dovesse essere riscontrata una positività, tutta la classe sarà sottoposta a tampone molecolare.
Come dovrebbero avvenire i test a tappeto sugli studenti all’atto pratico, non è ancora ben chiaro. L’ipotesi primaria sarebbe quella di affidare i controlli a militari e volontari della Protezione Civile. C’è inoltre da dire che fino ad oggi i test su campione di saliva non sono stati ancora usati in Italia e l’Istituto Superiore di Sanità ne sta valutando la conformità. Si spera che l’ok arrivi prima di Pasqua in modo da facilitare il tutto.
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Riapertura scuole, cosa sono i tamponi salivari e che differenza c’è con gli altri
Attualmente sono in uso tre tipi di test: quelli molecolari, antigenici e sierologici. I test antigenici rapidi salivari, pensati per la riapertura delle scuole, sono in fase di sperimentazione. Secondo l’ISS, i sistemi di raccolta con tampone di ovatta “non appaiono al momento adeguati per i soggetti non collaboranti a causa del rischio di ingestione del dispositivo di raccolta”.
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L’azienda ospedaliera universitaria di Padova, però, ha compiuto uno studio che ne mostra l’alta efficacia. Il 98% dei casi di positività sono stati confermati da tampone molecolare eseguito successivamente. L’esperimento preso in campione 5.350 dipendenti dell’Università di Padova, i quali hanno ripetuto il test della saliva tra le tre e le cinque volte nell’arco di undici settimane, per un totale di 19.850 campioni.